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“Ho deciso di querelare due dei The Jackal: ieri hanno presentato un libro, spero sia un coincidenza”: le parole di Gian Luca Pecchini

“Come già avevo annunciato mercoledì scorso ho aspettato che i The Jackal dicessero la verità su quanto era accaduto veramente quella sera a cena con la Nazionale italiana cantanti di calcio, poi venerdì vedendo che non succedeva niente ho deciso di querelarli", le parole del dg della Nazionale Cantanti

Gian Luca Pecchini querela per diffamazione aggravata Aurora Leone. L’ultimo capitolo, per ora, della vicenda che è scoppiata attorno alla partita del Cuore 2021 tra l’oramai ex dirigente della Nazionale Cantanti e due membri dei The Jackal finisce in tribunale. È stato Pecchini, direttore generale dell’Associazione Nazionale Italiana Cantanti, dimessosi dal suo incarico dopo le accuse di sessismo e maschilismo da parte di Aurora Leone, a querelare la ragazza. L’uomo ha spiegato all’Adnkronos i motivi della decisione: “Come già avevo annunciato mercoledì scorso ho aspettato che i The Jackal dicessero la verità su quanto era accaduto veramente quella sera a cena con la Nazionale italiana cantanti di calcio, poi venerdì vedendo che non succedeva niente ho deciso di querelarli. Ieri sera loro hanno presentato un libro dal titolo ‘non sono bravo a giocare a calcio’ ( Non siamo mai stati bravi a giocare a pallone, uscito il 31 marzo 2021 ndr) a ‘I Soliti Ignoti’, spero sia una causalità”. Poi ha continuato: “Alla luce dei molteplici e continui attacchi mediatici, come già anticipato in un’intervista ho deciso di rivolgermi allo studio dell’avvocato Gabriele Bordoni per presentare querela nei confronti di Aurora Leone e di chi con lei mi ha leso nella reputazione, così da tutelare i miei diritti, la mia immagine e, soprattutto, la mia dignità di uomo e di professionista” A rincarare la dose è stato il legale dell’ex dg della Nazionale Cantanti: “Si pensa in questi giorni di introdurre una legge a contrasto della discriminazione per motivi fondati sul sesso o sul genere, ma si ripensa anche di riattivare forme di censura a contrasto della disinformazione, soprattutto attraverso la rete. Sono sintomi di un malessere culturale e sociale, potenzialmente inducenti pericolose derive che nella vicenda di Pecchini trovano occasione per essere considerate e discusse. Ma, intanto, va tutelata nella sede competente la dignità di un uomo, della sua famiglia e del suo lavoro, proteggendolo dal linciaggio morale e da superficiali, frettolose quanto feroci condanne mediatiche, disancorate dalla reale dimensione dei fatti”.

La “condanna mediatica” era infatti stata scatenata all’improvviso dopo che il 24 maggio scorso la Leone e il collega Ciro Capriello avevano pubblicato un video sui canali social di The Jackal dove la ragazza affermava di essere stata cacciata da un “organizzatore” della squadra della Nazionale Cantanti dal tavolo della cena dove sedevano appunto i componenti della squadra in quanto “donna”. La ragazza aveva spiegato nel video pubblicato a caldo: “Abbiamo pensato che ce l’avesse detto perché eravamo della squadra avversaria, invece ha detto a Ciro di rimanere, allora io gli ho chiesto spiegazioni e lui ha detto ‘te ne devi andare perché sei una donna’. La Leone continua a spiegare nel video di non essere accompagnatrice del collega ma regolarmente convocata per giocare nella squadra avversaria dei cantanti. A quel punto, nella ricostruzione della ragazza, sbuca il direttore generale della nazionale cantanti (che Leone non cita per cognome ndr): “Ci ha chiamato in disparte e ci ha spiegato che c’era stato un problema perché facevamo parte della squadra avversaria. Io allora gli ho detto che la motivazione usata per allontanarmi era dovuto al fatto che fossi donna, e lui mi ha detto: non sei l’accompagnatrice? E io: ho la convocazione, mi hanno chiesto le taglie del completino. E lui: il completino te lo metti in tribuna, da quando in qua le donne giocano?”.

Anche se nel video online della Leone si citano due figure dirigenziali della nazionale cantanti, che dicono praticamente la stessa cosa, Pecchini si era subito dimesso dal suo ruolo di dg e intimando la Leone di dire realmente quello che era accaduto, mentre diversi cantanti (tra cui Eros Ramazzotti) avevano abbandonato la manifestazione senza nemmeno scendere in campo. “Eravamo tutti nella sala del ristorante del J Hotel e io stavo andando a controllare dove si sarebbero seduti Mogol, che è il nostro fondatore, Donna Allegra Agnelli e tutti gli altri ospiti. Tradizionalmente al tavolo della Nazionale Cantanti ci si siedono solo i calciatori e i cantanti. In quel momento i cantanti smettono di essere artisti e diventano una squadra di calcio che il giorno dopo deve scendere in campo per raccogliere fondi”, ha spiegato Pecchini ricostruendo l’accaduto. “I The Jackal venivano da Napoli e mi avevano spiegato che avevano chiesto, vista la distanza che dovevano percorrere in treno, di poter anticipare il loro arrivo che era previsto per il giorno dopo e quindi verso di loro era stata fatta una agevolazione. Io sono andato lì e ho semplicemente detto loro: ‘Ragazzi questo è il tavolo della Nazionale Cantanti e gli ho chiesto se gentilmente si potevano sedere in altri tavoli e così hanno fatto visto che hanno mangiato nel tavolo a fianco”. A questo punto la versione di Pecchini si discosta totalmente da quella della Leone e di Capriello: “Non so perché Aurora abbia raccontato questa storia. L’ho vista un po’ stizzita quando le ho detto che quello era il tavolo della Nazionale Cantanti ma non mi sarei mai immaginato un caos del genere. Loro continuano a dire che io ho detto frasi sessiste e a infangare il mio nome nonostante io li abbia visti forse per 46 secondi (…)Lavoro in questo settore da 40 anni non abbiamo mai fatto discriminazioni verso nessuno, se per Aurora la discriminazione è che la nostra squadra deve porter stare seduta al tavolo insieme per poter parlare delle proprie cose allora sì, sono sessista”.