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I nonni sono fatti per viziare, e un pochino è vero!

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Purtroppo ho goduto poco dei miei nonni, troppo grandi e troppo lontani quando nacqui io, ma da papà ho sempre guardato con stupore e divertimento il rapporto che Marco e Giovanni hanno sia con i miei genitori sia con i miei suoceri. Fra di loro c’è una complicità infinita, alle volte ai limiti dell’associazione a delinquere, e ammetto candidamente che un pochino gliela invidio.

Ai miei figli sono concesse dai nonni cose che se, quando avevano il ruolo di genitori, io o i miei fratelli avessimo anche solo provato a fare… non credo avremmo avuto ulteriori giorni per raccontarlo. Divani bianchi su cui fare ore di allegre capriole, manine grassocce e magari sporche di marmellata che si poggiano felici sui vetri delle porte… insomma, cosette così. In fondo, hanno sempre sostenuto mio padre, mia madre e i genitori di mia moglie: i nonni sono fatti per viziare. E un pochino è vero.

Per ragioni professionali ho seguito quello che oggi si chiama contest e che io, che sono vecchio dentro, continuo a chiamare concorso per creativi. È stato indetto da Cartoon Network e il suo scopo era quello di trovare dei talenti da premiare con la produzione della loro prima serie animata. A vincere è stata una giovane artista vicentina, Caterina Cappelli, col progetto “Retired Monsters”. L’idea? Semplicemente geniale secondo me, lasciare campo all’alchimia che si crea fra le generazioni dei giovani e dei… meno giovani, che diventano protagonisti del racconto quando, per una serie di casualità, Tobia e Maura, due ragazzini, vengono costretti a svolgere dei lavori utili in una casa di riposo che, si scoprirà, in realtà non essere abitata da anziani qualunque, ma da mostri in pensione. E lì comincia il divertimento vero.

Mi ha fatto venire in mente una storia molto tenera; questa estate con miei figli siamo andati a trovare dei cugini che non vedevo da tempo. Ad un certo punto ci siamo resi conto che Giovanni era sparito; uno sguardo in giardino e lo abbiamo trovato seduto con mia zia, che purtroppo non sempre sta benissimo, a scambiarsi ricette. Io, le diceva Giovanni, sono un grande esperto, guardo sempre i programmi di cucina! E ridevano, molto. E noi con loro, guardandoli da lontano affascinati ancora una volta da quella strepitosa alchimia.

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