Dalle miniere della Bolivia alle baraccopoli di Delhi, dai mercati della Guinea al Nord della Francia, ecco tutti i bambini del mondo per combattere sfruttamento e ingiustizia raccontati nel documentario Il futuro siamo noi, nelle sale italiane grazie a Officine UBU. “Tutti abbiamo inventato qualcosa di unico per far sì che domani il mondo sia migliore”, spiega la voce narrante di José, bambino peruviano che ha inventato una forma di microcredito per scolari con genitori in difficoltà che si basa sul recupero e il riciclo della carta.
José è a Stoccolma, in quanto è uno dei cinque finalisti del Premio Internazionale per il Clima che ogni anno viene assegnato a un bambino, e attende con ansia il verdetto. José racconta così a ritroso diverse storie di bambini che nei loro paesi o addirittura nei loro piccoli villaggi combattono, con l’aiuto degli adulti, battaglie impossibili. Su tutte, c’è quella delle dodicenne Aissatou che ha fondato un’associazione per difendere le bambine della Guinea costrette a sposarsi spesso addirittura quando ancora non hanno compiuto 14 anni. Pratica illegale, ma mantenuta come tradizione del luogo vuole. Nessuno svolazzo formale, narrazione eminentemente didascalica, ma le storie raccontate vibrano di umanità disperata e resistente. La produzione del 2019 è francese e la regia è di Gilles de Maistre.