La graduale riduzione delle restrizioni anti Covid ha aperto la strada alla ripartenza anche per il mercato del lavoro. Anche in aprile, stando agli ultimi dati Istat, è proseguita la ripresa dell’occupazione già registrata nei due mesi precedenti: si contano oltre 120mila occupati in più rispetto a gennaio 2021. L’aumento, spiega l’istituto di statistica, coinvolge entrambe le componenti di genere e si concentra tra i dipendenti a termine. Ma gli occupati sono ancora 814mila in meno rispetto a febbraio 2020, mese precedente a quello di inizio della pandemia, e il tasso di occupazione è più basso di quasi 2 punti percentuali. Tra gli uomini ci sono 488mila occupati in meno, tra le donne 326mila in meno. I precari sono rapidamente risaliti 2,8 milioni contro i 2,9 milioni del febbraio 2020, gli autonomi sono scesi sotto i 4,9 milioni contro i 5,2 milioni di febbraio 2020 mentre i dipendenti a tempo indeterminato ora sono 14,6 milioni a fronte dei 15 milioni di febbraio dello scorso anno, subito prima del Covid.

Va ricordato che da gennaio l’Istat ha adottato il nuovo metodo di rilevazione previsto da un regolamento Ue del 2019: ora viene classificato come non occupato ogni lavoratore in cassa integrazione a zero ore da più di tre mesi e ogni autonomo che abbia sospeso l’attività per lo stesso periodo di tempo. Visto l’aumento esponenziale della cig causato dall’emergenza Covid, le serie storiche ricostruite in questo modo mostrano un crollo molto più marcato degli occupati subito dopo l’inizio della pandemia.

Mentre aumentavano gli occupati, dopo il rallentamento registrato a marzo è tornata a crescere anche la disoccupazione, perché le persone prima scoraggiate hanno ricominciato a cercare un posto. Non a caso è anche calato il numero degli inattivi, coloro che dichiarano di non essere in cerca di lavoro perché disperano di trovarlo. I tassi di disoccupazione e inattività risultano rispettivamente di 1 e 1,3 punti superiori a quelli registrati prima della pandemia. Ad aprile, rispetto al mese precedente, diminuisce anche il numero di inattivi di 15-64 anni (-1,0%, pari a -138mila unità) a seguito del calo diffuso sia per sesso sia per età. Il tasso di inattività scende al 36,2% (-0,3 punti).

In aprile +20mila occupati tra donne, precari e under 35 – Limitando la visuale al solo mese di aprile, rispetto a marzo la crescita dell’occupazione (+0,1%, pari a +20mila unità) ha coinvolto le categorie più falcidiate dalla pandemia: le donne, i dipendenti a termine che hanno ovviamente perso il posto nonostante il blocco dei licenziamenti e gli under 35. Sono diminuiti, invece, gli occupati tra gli uomini, i dipendenti permanenti, gli autonomi e gli ultra 35enni. L’aumento del numero di persone in cerca di lavoro (+3,4% rispetto a marzo, pari a +88mila unità) riguarda entrambe le componenti di genere e tutte le classi d’età. Il tasso di disoccupazione sale al 10,7% (+0,3 punti), tra i giovani scende al 33,7% (-0,2 punti). Rispetto ad aprile 2020, le persone in cerca di lavoro sono 870mila unità in più, a causa dell’”eccezionale crollo della disoccupazione” che aveva caratterizzato l’inizio dell’emergenza sanitaria, spiega l’Istat. D’altra parte, diminuiscono gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-6,3%, pari a -932mila), che ad aprile 2020 avevano registrato, invece, un forte aumento.

Nel trimestre aumentano i disoccupati e calano gli inattivi – Confrontando il trimestre febbraio-aprile 2021 con quello precedente (novembre 2020-gennaio 2021), prosegue Istat, il livello dell’occupazione è inferiore dello 0,4%, con una diminuzione di 83mila unità. Nel trimestre aumentano inoltre di 120mila le persone in cerca di occupazione a fronte di un calo di 79mila degli inattivi tra i 15 e i 64 anni.

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