Negli ultimi quattro anni nella capitale almeno un omicido è stato eseguito ogni due mesi contro membri della mafia greca, che si è organizzata in vere e proprie famiglie come le cosche siciliane: affiliati, alleati, nemici e players neutri. Per questa ragione il governo ellenico sta pensando al metodo italiano per combattere la criminalità e ha nominato un procuratore speciale per coordinare tutti gli investigatori
La mafia in salsa greca e il governo di Atene vara il super procuratore all’italiana maniera. Quattro omicidi in meno di un mese hanno sconvolto la capitale: negli ultimi quattro anni, almeno un omicido è stato eseguito ogni due mesi contro membri della mafia greca, che si è organizzata in vere e proprie famiglie come le cosche siciliane: affiliati, alleati, nemici e players neutri. Non manca nulla nell’Egeo, dove si riciclano pure i proventi illeciti in attività legate alla ristorazione, al gioco d’azzardo, al commercio di carburanti.
Nel maggio appena terminato sono stati uccisi il famoso pugile Tasos Berdesis a Vari, località vip della marina ateniese; domenica scorsa un 38enne legato allo spaccio di stupefacenti è stato freddato con 8 colpi alla testa in un bar di Sepolia: era sfuggito ai precedenti tre tentativi. Poi un 58enne già noto alla polizia per estorsioni a locali alla moda, mentre il 7 maggio è stata la volta dell’imprenditore Dimis Korfiatis, 54 anni, giustiziato con colpi di kalashnikov.
Di tutti gli omicidi quello più significativo pare essere quello di Berdesis: non era solo un pugile, ma anche la guardia del corpo di clienti speciali, come il facoltoso editore Filippos Vryonis o il noto presentatore televisivo Menios Fourthiotis, quest’ultimo in carcere da un mese per aver minacciato l’ex ministro del Lavoro, Giannis Vroutsis. Nel 2007 Berdesis era stato accusato di tentato omicidio, poi assolto dal Tribunale di Messolonghi. Nel processo era stato accusato di favorire un criminale, mentre nel 2015 è stato accusato di far parte di un’organizzazione criminale sul modello “italiano”.
Il ministro dell’interno Michalis Chrysochoidis parla apertamente di una guerra con la criminalità organizzata che riguarda la Repubblica e non più solo la polizia greca. Lo scorso anno era stato messo nel mirino l’ex attaccante della Juve Darko Kovacevic, consulente dell’Olympiakos Pireo: era sfuggito ad un agguato mortale per un soffio, fuggendo a piedi mentre un sicario gli sparava. Lo stesso ministro Chrysochoidis una settimana fa aveva varcato i cancelli della Corte suprema per consegnare un fascicolo con 500 nomi di criminali e affiliati ai clan che sarebbero coinvolti in tutti i settori della malavita, istituzionale e non.
Dal 2009 al 2021 in Grecia ci sono state in totale 45 esecuzioni. Un mese fa era stato giustiziato il famoso giornalista Giorgios Karaivaz, ucciso ad Atene fuori dalla sua abitazione. Per questa ragione il governo ellenico sta pensando al metodo italiano per combattere la criminalità e ha nominato un procuratore speciale per coordinare tutti gli investigatori, come lo Sdoe (gli 007 della finanza), l’Autorità Antiriciclaggio, Guardia di Finanza e servizi. Dovrà fare da pivot non solo per dirigere le indagini ma anche per applicare un modello diverso rispetto a quello usato fino ad oggi dalla polizia greca. Si ispira dichiaratamente al coordinamento delle procure italiane inventato da Giovanni Falcone. Un metodo basato sui collaboratori di giustizia e sulle traccia del denaro. Follow the money.
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