“Non sono mai stato ossessionato dalla morte, è una compagna molto speciale. Come tanti, speravo di essere sereno e stoico ma non posso essere sicuro che sarà così. Ma non ho paura della morte, la sfido con la stessa ironia anche se so che vincerà. Quello che mi rende felice è di aver potuto, in quest’ultimo periodo, fare quello che più di tutto conta per me: il mio dovere e la trasmissione agli esseri che amo. Ho avuto una vita felice e posso dire, alla fine, che non è grave che io muoia, perché ho vissuto bene“. Sono parole strazianti e commoventi quelle scelte dal celebre genetista, oncologo e presidente della Lega contro il cancro Axel Kahn per dare il suo “addio alla vita“. Il professore ha infatti annunciato in questi giorni, attraverso interviste ai media e messaggi sui social, che gli restano poche settimane per una grave forma di tumore.
Proprio in concomitanza con la prima ondata della pandemia in Francia, i primi segni del male, come racconta Kahn in una delle interviste rilasciate in questi giorni: “Il cancro è cominciato di certo verso marzo-aprile 2020, quando è stato diagnosticato, il 4 agosto 2020, era già molto esteso. Nonostante questo, la cura è stata molto efficace, avevo buone possibilità di sopravvivenza a 20-25 mesi. Ho deciso perciò di continuare la mia azione nella Lega contro il cancro, avevo tantissime cose da fare per prendermi cura dei malati in questo periodo di epidemia, mobilitare i comitati, partecipare ai dibattiti. Ma lo scorso aprile mi sono improvvisamente aggravato per una seconda forma di cancro, molto aggressiva. Ha progredito rapidamente, senza alcuna possibilità di guarigione né di remissione. Mi sono fatto l’idea, per scherzare, che il cancro mi abbia considerato come un nemico particolarmente temibile ed abbia deciso di prendersela direttamente con me”.
Kahn, 76 anni, volto noto anche ai telespettatori per la sua grande capacità comunicativa e divulgativa, membro del Comitato di bioetica, era stato molto attivo anche durante il primo periodo della pandemia, per denunciare i ritardi del governo francese e allertare sui pericoli del Covid-19. L’oncologo racconta la sua malattia quasi ogni giorno sui media e sui social, perché da sempre una delle sue battaglie è stata contro la difficoltà di parlare, di nominare il cancro e la morte: “L’azione della Lega consiste anche nel lottare contro questo. Anno dopo anno, colpiamo questo nemico, lo combattiamo. E lui arretra e arretrerà sempre più via via che lo chiamiamo per nome“.