Le prime persone sono arrivate a mezzanotte e hanno dormito in strada. Al mattino, con l'aumentare della fila, l'arrivo delle forze dell'ordine a transennare la piazza. Il dg dell'Ausl: "Non avevamo previsto affluenza straordinaria". Il senatore di Forza Italia Aimi annuncia interrogazione in Parlamento
Il primo open day vaccinale in Emilia-Romagna si trasforma in un caos che innesca la polemica politica e porterà fino a un’interrogazione in Parlamento. Già ieri notte in migliaia, quasi tutti giovani, si erano accampati di fronte all’hub della Fiera di Bologna in cerca di una delle 1.200 dosi di Johnson&Johnson (poi aumentate a 2.400 e infine ancora a 3mila) messe a disposizione dall’Ausl del capoluogo. I primi, circa quaranta, sono arrivati addirittura a mezzanotte e hanno dormito per strada, scrivendo i propri nomi su un foglio di carta per tenere ordinata la fila: col passare delle ore, però, l’arrivo di sempre più persone ha causato diverse tensioni tra chi attendeva il proprio turno e chi cercava di saltare la fila, degenerate in urla, spintoni e un tentativo di “assalto” al centro vaccinale che ha trovato impreparata l’organizzazione. Alcune persone in coda hanno accusato malori. Poco dopo le 8, orario di apertura della struttura, a presidiare il piazzale sono arrivati agenti dei Carabinieri e della polizia locale che hanno transennato gli spazi d’attesa. La Croce Rossa ha portato bottigliette d’acqua ai cittadini in attesa. Alle 9 del mattino la fila contava oltre 5mila persone e si allungava per un chilometro e mezzo, attraversando tutta piazza della Costituzione (con un paio di giri su sè stessa) e passando per via Aldo Moro e via Stalingrado fino a via Calzoni.
“Quella di oggi era la prima esperienza” di open day, “pubblicizzata da ieri sera immaginando che la gente non circolasse durante le ore del coprifuoco e si presentasse qui dopo le 5 del mattino”, si giustifica il direttore generale dell’Ausl bolognese, Paolo Bordon. “C’è stata una affluenza sicuramente straordinaria. Noi avevamo previsto 1.200 somministrazioni ma grazie alla disponibilità di volontari dell’azienda, tra cui anche un primario, che sono venuti a implementare il personale siamo riusciti a garantirne fino a 3mila. Guardando il bicchiere mezzo pieno – argomenta – è straordinariamente positiva la partecipazione di giovani e giovanissimi che hanno voluto ricorrere a questo tipo di vaccinazione. Ovviamente, però, ci dispiace per le persone che hanno dovuto aspettare molte ore”. A scusarsi per i disagi, a margine delle celebrazioni per il 2 giugno, anche il sindaco di Bologna Virginio Merola. “L’Ausl ha lavorato in perfetta buona fede per dare un servizio in più – spiega -, stavolta ha sottovalutato la capacità di aggregazione che hanno queste iniziative, rimedierà. Mi scuso io per i disagi. Detto questo, vedrete che la prossima volta faremo meglio: l’importante è sapere che fino ad ora hanno lavorato bene e un errore ci sta”.
“È una pagina, questa dell’open day, che sicuramente non rende giustizia all’Emilia-Romagna e all’idea di welfare che questa Regione è in grado di garantire”, ha commentato la capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna, Valentina Castaldini, tra i cittadini in fila per l’iniezione. “Da quarantenne che ha in mano solo una promessa di un sms che mi preannuncerà una data per una prenotazione , ho deciso questa mattina alle 6.45 di mettermi in fila per partecipare all’open day delle 1.200 dosi di vaccino Janssen (Johnson&Johnson). Un modo più che speciale per onorare la festa della Repubblica quest’oggi. Come me ci hanno pensato migliaia di persone. Il serpente di coda a ridosso dell’hub vaccinale della Fiera lascia senza parole. È chilometrico”, lamenta. “Evidentemente un corto circuito c’è stato, e c’è stato perché si è scelto di prediligere una modalità di somministrazione non adeguata al momento e alla richiesta. L’Emilia- Romagna ha deciso che dai cinquantenni in giù si sarebbero vaccinati dai medici di base, e questa per me è stata una scelta miope: i medici di base, in prima linea da sempre sono oberati di lavoro e negli ambulatori non hanno solo persone che devono vaccinarsi, non possono interrompere il loro quotidiano servizio pubblico”.
Sul caso annuncia un’interrogazione in Parlamento il senatore Enrico Aimi, coordinatore regionale del partito azzurro. “Il caso finirà sul tavolo del ministro Speranza“, promette. “Ma come si fa a diffondere in maniera improvvida la comunicazione che ci sono a disposizione 1.200 dosi di vaccino, a chi si presenta senza calcolarne i rischi?”, si chiede. “Sono davvero sconcertato per quanto occorso. Presenterò una interrogazione al ministro della Salute per evitare che certe pericolose smargiassate non abbiano a ripetersi”. Un’iniziativa, quella dell’Ausl, che secondo Aimi “stride con l’ordine impartito e realizzato dal generale Figliuolo: meno clamore, più organizzazione, più efficienza. Inaccettabile che, mentre in altre regioni è già stata pianificata la calendarizzazione delle vaccinazioni degli under 50, in Emilia-Romagna siamo ancora in alto mare. Auspichiamo che venga fatta piena luce su quanto occorso e che vengano adottati tutti i più opportuni provvedimenti verso i responsabili di questa brutta pagina di malasanità”.