Politica

Il ritorno di Berlusconi dopo la malattia: “No a patrimoniale, no al ddl Zan”. E no ai comunisti: “Opporsi alla Cina è come opporsi all’Urss”

Il leader di Forza Italia sceglie il quotidiano di famiglia, Il Giornale, per tornare sulla scena pubblica dopo i molti e lunghi ricoveri

Niente patrimoniale per redistribuire ai più giovani, no al ddl Zan che “limita la libertà d’opinione”, Mario Draghi che userà il “metodo Berlusconi” in materia di immigrazione e, anzi, il governo di larghissime intese è nato grazie a chi lo ha invocato per primo. Cioè lui: Silvio Berlusconi. L’ex presidente del Consiglio torna a parlare dopo i ripetuti e lunghi ricoveri all’ospedale dovuti a diverse patologie che hanno provocato il rinvio dei diversi processi in corso per l’inchiesta per corruzione Ruby ter. Il ritorno sulla scena pubblica del leader di Forza Italia avviene attraverso il giornale di famiglia, il Giornale, con una lunga intervista che non può non parlare della malattia: Berlusconi ha parlato di questo “male insidioso e tremendo, lo stesso che ha seminato tanti lutti e tanto dolore in Italia e nel mondo”. Aggiunge che sta migliorando e che i medici hanno finalmente dato il via libera a “un minimo di attività”, anche se senza uscire di casa.

Ma è sulla politica che Berlusconi appare combattivo, si potrebbe dire il Berlusconi di sempre. Le tasse, per cominciare. Berlusconi ricorda che Forza Italia ha presentato “un grande progetto di riforma fiscale“, perché l’Italia ripartirà mai “se il 60% della ricchezza prodotta viene incamerato dallo Stato con le tasse”. Altro che redistribuzione: per Berlusconi prima prima di pensare a come ridistribuire la ricchezza, bisogna crearla. Per questo l’obiettivo finale resta la flat tax con un’aliquota “molto bassa” anche se “siamo consapevoli del fatto che con questo governo non potremo realizzare per intero la riforma fiscale che noi vorremmo”. Ma Berlusconi chiede anche “un vero anno bianco fiscale, bloccando le cartelle esattoriali fino alla fine del 2021 e una chiusura realistica del contenzioso pregresso”. La sostanza (ma pare ridondante) è che “fino a quando saremo al governo, nessuna patrimoniale e nessuna tassa sull’eredità potranno essere introdotte”.

E i diritti? Se Forza Italia in Parlamento lascia sostanzialmente libertà di coscienza e ha tra le sue file sostenitori del ddl Zan contro l’omotransfobia (vedi l’ex capogruppo Elio Vito), Berlusconi ritiene la legge un “grave errore” perché “non allarga la platea dei diritti e pone una grave questione di libertà”. Nella sostanza la linea è quella di Matteo Salvini e Giorgia Meloni: “Le leggi a questo proposito esistono già e se non bastano possiamo aggravarle e inasprirle”. Per Berlusconi “la legge Zan non aggiunge nulla a questa tutela e porta invece con sé un grave rischio: quello di limitare la libertà di opinione. La difesa della famiglia tradizionale proposta come valore, o l’opposizione a pratiche come la maternità surrogata, potrebbero essere definite come atti di discriminazione e quindi diventare perseguibili”. La strada da scegliere è quella del testo della senatrice, sua stretta collaboratrice peraltro, Licia Ronzulli.

Un altro cavallo di battaglia: i comunisti. “La Cina – dice Berlusconi – sta ponendo in essere la più grave sfida globale all’Occidente, ai nostri valori, al nostro modello di civiltà. Lo fa in nome di un’ideologia comunista totalitaria che si sposa a un espansionismo economico e commerciale dagli inevitabili risvolti politici. Rispondere alla sfida della Cina è il grande tema di tutto l’Occidente, come lo è stato opporsi all’Unione Sovietica nella seconda metà del XX secolo“.

E infine i suoi meriti per la nascita del governo Draghi: c’è stato “un cambio di passo del quale sicuramente ha merito il governo di unità nazionale che io per primo ho chiesto e invocato e che senza di noi non si sarebbe mai potuto realizzare. Il Paese aveva bisogno di una soluzione di emergenza di fronte a una crisi senza precedenti. La svolta c’è stata, sia sul piano sanitario – e finalmente se ne vedono i primi effetti -, sia su quello economico, ma purtroppo la ripresa sarà lunga e difficile. Tuttavia finalmente possiamo vedere un po’ di luce in fondo al tunnel”. Certo, un esecutivo con partiti di sinistra “è un’anomalia, destinata a durare fino a quando l’emergenza non potrà dirsi davvero superata. Poi la politica tornerà a far emergere le naturali distinzioni. Mi auguro che quando si tornerà alle naturali distinzioni si potrà farlo con il rispetto reciproco doveroso in una democrazia matura”, sottolinea Berlusconi, i ministri di Forza Italia “sono fra i migliori del governo Draghi”.