Historiciser le mal (trad. Storicizzare il male), ecco il titolo che la casa editrice francese Fayard ha scelto per la nuova edizione critica di Mein Kampf. Dopo un lungo progetto durato circa 10 anni e una serie e di critiche e polemiche è arrivata la ripubblicazione del libro-manifesto del nazismo scritto da Adolf Hitler tra il 1924 e il 1925. Sophie De Closets, CEO di Fayard, ha annunciato che i guadagni della vendita del libro saranno devoluti alla Fondazione Aushwitz-Birkenau, dedicata alla memoria dello Shoah. Il prezzo di copertina è di ben 100 euro.
864 pagine per “analizzare criticamente una delle fonti purtroppo fondamentali per comprendere la storia del Novecento”, ha spiegato la casa editrice. La direttrice è poi entrata nel dettaglio: “Parlare di ristampa del libro attraverso cui Hitler espose il suo pensiero politico e delineò il programma del Partito nazionalsocialista sotto forma di autobiografia è una ‘fake news’. La nostra intenzione non è mai stata quella, non avrebbe avuto senso”. Poi ha concluso: “Abbiamo agito in modo responsabile mettendo in atto un meccanismo globale per rispettare i requisiti scientifici ed etici richiesti da un’operazione del genere”. Il testo hitleriano è stato affidato al traduttore tedesco Olivier Mannoni, che in passato ha lavorato su autori come Freud, Kafka e Zweig mentre il comitato storico, presieduto da Florend Brayard, ha curato le introduzioni con circa 3.000 note esplicative.
Tuttavia, per cercare di placare preventivamente le polemiche, sono stati presi alcuni accorgimenti. Innanzitutto il volume verrà spedito ai librai solo su prenotazione. Inoltre non sarà esposto nelle vetrine delle librerie né venduto nei supermercati ma potrà essere inviato gratuitamente alle biblioteche che ne faranno richiesta (1.000 delle 10.000 copie della prima tiratura sono state riservate a tale scopo). Infine non è presente in copertina né il volto né il nome di Adolf Hitler.