Nanni Moretti canta Soldi di Mahmood posta il video su Instagram e diventa “virale”. C’è qualcosa di diabolicamente ed elegantemente postmoderno nei due minuti e undici che il regista di Caro diario ha donato ai fan e al web poche ore fa. Intanto nel post che accompagna il video c’è scritto “La sera della prima”, e nel video recitano anzi cantano in rigoroso ordine di apparizione: Alba Rohrwacher, Gea Dall’Orto, Elena Lietti, Margherita Buy, Denise Tantucci, ovvero il cast femminile del nuovo film d Moretti, Tre piani. Probabile quindi che il messaggio più semplice del post sia che il film è ufficialmente in concorso al Festival di Cannes (che ricordiamo si svolgerà dal 6 al 17 luglio) anche se l’uscita ufficiale in sala – 23 settembre 2021 – aveva fatto sperare in una possibile prima veneziana ai primi di settembre.
Detto questo, c’è il video in sé, un oggetto filmico studiato e realizzato come fosse un vero e proprio cortometraggio, anche se piazzato su Instagram come una ricetta di torte qualunque. Tutte le cinque attrici di Tre piani sono infatti inquadrate davanti allo specchio (a parte la Buy che è in una boutique a scegliere un abito) mentre con già indossato un vestito da sera si danno gli ultimi ritocchi impercettibili e quasi invisibili di trucco. Tutte le attrici cantano, chi in modo più sommesso, chi più vigoroso, sotto la traccia di Soldi di Mahmood, alcune tre volte, altre solo un paio, fino a quando al minuto e 45 appare Moretti in piano americano davanti al suo armadio mentre cantando sempre sulle note di Soldi sceglie una giacca adatta da indossare. Moretti segue il primo “clap clap” dell’applauso con le mani previsto dal brano tra una giacca e l’altra, poi al secondo battere di mani dà il suo solito sguardo in macchina e, infine, su quel raccordo di movimento/gesto stacca all’inquadratura successiva dove le mani reggono il bavero della giacca dello smoking che si sta infilando davanti allo specchio.
Chiosa con la strofa di Soldi – “come va, come va” – che Moretti già pronto con tanto di papillon appena risistemato ritma sia con la voce poi solo con il corpo e con la testa. Moretti è già stato consumato e leggermente afono cantante nei suoi film, un vero e proprio estemporaneo stralcio recitativo in presa diretta, in cui il regista e sempre attore nelle sue opere, si mette a cantare brani per destrutturare o sottolineare una sensazione/emozione del protagonista. Lo ricordiamo dentro l’abitacolo dell’auto mentre guida e con Laura Morante, Jasmine Trinca e Giuseppe Sanfelice ne La stanza del figlio (2001) canta Insieme a te non ci sto più di Caterina Caselli; in Palombella rossa (1989) in mezzo alla piscina con cuffia da pallanuoto fissando l’obiettivo trascina il pubblico in un corale E ti vengo a cercare di Franco Battiato; in Sogni d’oro (1981) a tavola si mette a stonare Non credere di Mina e poi aggredisce la madre (Piera degli Esposti) all’urlo di Ma che stupidaggini dici?; e ancora utilizza Lei di Adamo nel finale di Ecce Bombo e poi la riutilizza nel 2006 ne Il Caimano cantandola in auto assieme a Silvio Orlando e Jasmine Trinca, doppio speculare della scena ne La stanza del figlio, oppure in Caro Diario si getta sul palco della band di salsa e intona Visa para un sueno.
Ma se in tutti gli esempi passati il “terreno” di confronto e sfida tra Moretti e il canto erano all’interno del tessuto drammaturgico dei suoi film ora, per la prima volta, il canto esce da lì e si deposita nel mare magnum del web. Senza colpo ferire l’autore di Habemus Papam rimane così ulteriormente e autorialmente se stesso gettandosi però con successo nell’agone dei segni e dei simboli del contemporaneo. Oggi ai più distratti potrà sembrare magari una quisquilia, ma così ad occhio a noi pare una incredibile genialata.