La prima tornata di ingressi, i 350 tecnici per l’attuazione delle disposizioni sulla governance del piano, era stata esclusa in extremis dal decreto Semplificazioni approvato la scorsa settimana in vista dell'approvazione di un provvedimento ad hoc. Ma nel frattempo sono emersi intoppi tecnici e politici. L'intesa è stata trovata durante un vertice a Chigi: il testo conterrà solo le assunzioni strettamente legate al Piano e non tutte quelle chieste dai ministeri
Primo ritardo del governo rispetto alla tabella di marcia indicata negli allegati al Piano nazionale di ripresa e resilienza inviati a Bruxelles. Il decreto sulle assunzioni veloci nella pubblica amministrazione, tra cui quelle di 1000 esperti da affiancare alle pa centrali e locali per assisterle nelle azioni di semplificazione, doveva essere approvato entro fine maggio ma la scadenza non è stata rispettata. La prima tornata di ingressi, i 350 tecnici per l’attuazione delle disposizioni sulla governance del piano, è stata espunta in extremis dal decreto Semplificazioni approvato la scorsa settimana in vista dell’approvazione di un provvedimento ad hoc. Nel frattempo però sono emersi intoppi tecnici e politici: ogni ministero coinvolto nel piano ha rivendicato la necessità di nuovi ingressi, mentre il Tesoro frenava perché gli inserimenti devono essere limitati a quelli necessari per l’attuazione del Pnrr. Per superare l’impasse il premier Mario Draghi ha convocato in serata una cabina di regia con i ministri coinvolti. L’intesa è stata trovata e il provvedimento andrà in cdm venerdì.
Il decreto – questo il punto di caduta – conterrà solo le assunzioni strettamente legate al Piano: i 1000 professionisti per la digitalizzazione delle procedure dell’amministrazione pubblica, le figure da assegnare alle task force di sostegno agli enti locali e 350 assunzioni destinate alla Ragioneria dello Stato per il monitoraggio e le rendicontazione, più gli addetti all’ufficio del processo (circa 16mila). Il testo disporrà poi anche le procedure per altre assunzioni che le amministrazioni e i ministeri potranno fare in relazione ai progetti del Recovery, che saranno però valutate di volta in volta e finanziate con risorse statali. I concorsi semplificati e digitali andranno chiusi in 100 giorni. Ci saranno risorse per la formazione di giovani con forme di apprendistato e un meccanismo per garantire la parità di genere e generazionale (dopo la clausola sulle assunzioni di giovani e donne da parte delle aziende vincitrici degli appalti inserita nel decreto Semplificazioni). Per reclutare professionisti particolarmente qualificati si utilizzeranno banche dati digitali – si parla di un portale unico “modello Linkedin”. Il provvedimento conterrà infine la norma transitoria per l’assegno unico, che disciplinerà la misura per le famiglie nel 2021, a partire da luglio. L’assegno dovrebbe andare in particolare a chi oggi non ha accesso ad assegni familiari, come i lavoratori autonomi e i disoccupati. Dal 2022 l’assegno è previsto per tutti.
Come rivendicato da Brunetta, con il decreto Covid appena pubblicato in Gazzetta ufficiale vengono intanto già sbloccate in totale 12mila assunzioni. E’ partito il concorso per la selezione di 2.800 tecnici che – a tempo determinato – assisteranno le amministrazioni del Sud (la prova scritta digitale si terrà tra il 9 e l’11 giugno) e il Dipartimento della Funzione pubblica “ha già programmato concorsi con modalità semplificate per assumere 6.303 unità complessive, tra cui 1.514 per funzionari e ispettori del ministero del Lavoro e 2.133 per funzionari amministrativi del ministero della Giustizia”. Mentre “a breve” inizieranno le selezioni per altri 1.284 posti, tra i quali 550 funzionari e impiegati del ministero dell’Economia e 250 funzionari del ministero della Cultura.
A partire dalla seconda metà di giugno il governo dovrà poi affrontare le riforme più delicate e divisive tra quelle previste dal cronoprogramma del Piano: concorrenza ma soprattutto giustizia e fisco.