Il governatore ha rimesso al suo posto l'assessore indagato per la questione dei dati Covid: "Se in Italia tutti i politici raggiunti da avviso di garanzia dovessero dimettersi dovremmo fare le elezioni ogni sei mesi". Opposizioni all'attacco, da Fava ai 5 stelle e il Pd
“È indagato come tanti altri all’Ars“. Con questa frase Nello Musumeci giustifica il ritorno in giunta di Ruggero Razza. Si era dimesso dall’incarico di assessore alla Salute il 30 marzo scorso, dopo essere finito indagato nell’inchiesta sui dati Covid modificati. Indagine che aveva fatto scalpore proprio per una frase pronunciata da Razza nelle intercettazioni. Parlando dei numeri alti dei morti per coronavirus l’assessore alla Salute diceva a una dirigente: “Spalmiamoli un poco…”. Ancora indagato per falso, oggi viene rimesso al suo posto dal governatore. Che rivendica questa nomina “Mi assumo la responsabilità di avere chiesto ad una persona per bene, indagata come tanti altri all’Ars, di tornare al proprio posto perché ho sempre detto che un avviso di garanzia non è una condanna, non lo sono neppure un rinvio a giudizio o una condanna di primo e secondo grado”, dice il presidente. Che nega fibrillazioni nella maggioranza dopo questa nomina: “Sapeste gli applausi della maggioranza ieri sera al rientro dell’assessore, quanti messaggi ho ricevuto. Siamo tutti felici di avere una persona per bene al suo posto per completare il cammino che ha avviato prima e durante la pandemia”.
Il governatore spiega anche di aver dovuto convincere quello che è il suo delfino politico per farlo tornare al suo posto. “Lui non voleva rientrare e siccome ho commesso io l’errore di accettare a poche ore dalla notizia dell’avviso di garanzia, allora gli ho detto che doveva ritornare in Giunta“. Il ragionamento di Musumeci è quantomeno singolare: “Se in Italia tutti i politici raggiunti da avviso di garanzia dovessero dimettersi dovremmo fare le elezioni ogni sei mesi. La legge stabilisce con chiarezza le incompatibilità, e fino a quando non arrivano a quelle leggi io, che non sono di sinistra, ma notoriamente di destra, sono garantista. Fino a un eventuale terzo grado di giudizio per me una persona è innocente. Chi la non pensa come me è forcaiolo“.
Nonostante per Musumeci sia normalissimo rimettere al suo posto un assessore che si era dimesso dopo essere finito sotto inchiesta, nonostante sia ancora indagato, così non lo è per le opposizioni. A cominciare dai 5 stelle: “Il ritorno di Ruggero Razza all’assessorato alla salute siciliano è del tutto inopportuno. Ci sono delle indagini in corso su cui aspetteremo la magistratura, ma le intercettazioni che sono emerse sono agghiaccianti. Pensare che dalla Sicilia sarebbero stati inviati dati dei decessi ‘spalmati‘ resta un’ipotesi di una gravità inaudita. L’assessore si era giustamente dimesso e il presidente Musumeci aveva accettato le sue dimissioni. Da quel giorno non è cambiato nulla. Non si capisce che senso abbia dunque nominare nuovamente Razza”, dicono i deputati del M5s all’Assemblea regionale siciliana. “C’erano molteplici motivi di opportunità che avrebbero dovuto suggerire a Musumeci di non procedere al rientro di Razza alla guida dell’assessorato alla salute. Ma su queste evidenti ragioni ha prevalso la volontà di piegare l’interesse della Sicilia alle esigenze politiche del presidente della regione”, aggiunge Claudio Fava. “E’ solo una questione di potere e poltrone: la Sicilia affonda ma con ritorno di Razza Musumeci è contento, tutto il resto non conta”, sintetizza il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo.