L'ex colonia convive da tempo con quotazioni immobiliari da capogiro che sono state uno dei motivi che hanno portato alle proteste di piazza degli scorsi anni. A un lavoratore altamente qualificato servono 22 anni di stipendio per poter acquistare un bilocale
Centodiecimila euro al metro quadro, centesimo più centesimo meno. Lussuosissimo attico a Manhattan? Villa sul mare a St. Tropez? Niente di tutto questo: un semplice posto auto da 12 metri quadri. E’ la cifra record pagata ad Hong Kong, in tutto 1,3 milioni di dollari (1,1 milioni di euro), per un fazzoletto di asfalto all’interno di un complesso residenziale in costruzione. Per carità in una delle zone più lussuose della ex colonia britannica ma il prezzo infrange ogni precedente record
Con una superficie di 1.104 km2, ovvero 100 in meno di Roma, e una popolazione superiore a 7,4 milioni di abitanti, Hong Kong è una delle aree più densamente popolate della Terra. Centro finanziario di primaria importanza globale e porta attraverso cui la Cina si affaccia sui mercati internazionali, il paese è anche sede di immense ricchezze ed ospita un’ élite cosmopolita di miliardari. Così, nel tempo, le quotazioni immobiliari di Hong Kong hanno raggiunto la esosfera.
Per pochi fortunati non è un problema, per tutti gli altri sì. Un lavoratore con elevate competenze e alta retribuzione ha bisogno in media di 22 anni di stipendio per acquistare un bilocale di 60mq e lo spazio abitativo medio pro capite è di soli 15 metri quadrati. L’impossibilità di affrontare un costo della vita elevatissimo è stata una delle principali ragioni alla base delle proteste, soprattutto giovanili, che hanno infiammato le piazze di Hong Kong prima della pandemia e che sono state duramente contrastate da Pechino.