L’agenda politica è “totalmente inadeguata” ad affrontare l’emergenza climatica: “Siamo completamente fuori strada”. Francesco Rutelli critica il governo, con un documento di venti pagine, per come sta affrontando il riscaldamento globale: “C’è una colossale sproporzione tra quello che ci siamo impegnati a fare e quello che stiamo realizzando davvero. La comunità internazionale, quindi anche l’Europa e l’Italia, è concorde nel dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2030 e azzerarle entro il 2050. Draghi ha ottenuto la fiducia sulla promessa di una ‘rivoluzione verde’, ma l’attuale agenda è totalmente inadeguata”, spiega in un’intervista a Repubblica. “Non basta cambiare nome a un ministero e affidarlo a un persona competente come Cingolani, di cui mi fido e che stimo, ma che è l’ottavo ministro del governo in termini gerarchici. Se ne deve far carico il premier in prima persona”, aggiunge l’ex sindaco di Roma, parlamentare, Verde, leader della Margherita e ora presidente di Anica.
Serve, dice, riscrivere “totalmente” l’agenda politica “mettendo al centro la lotta all’emergenza climatica” perché “se ci faremo trovare impreparati, il Paese perderà anche competitività”. In altre parole: “Compreremo dalla Cina le batterie e dalla Germania gli elettrolizzatori”. La strategia, ad avviso di Rutelli, deve prevedere innanzitutto una spiegazione della gravità della situazione (“Presenterei però non solo i costi ma anche i benefici”) ed evitare “un approccio punitivo” che “non ci porterà a nulla”, come ha dimostrato la rivolta dei gilet gialli in Francia “innescata da un aumento della benzina a fini ecologici”.
Quindi per convincere le persone “l’unica chiave” per spingerli a sposare la transizione ecologica “è il lavoro”. Per questo, “vanno coinvolti tutti gli attori pubblici perché gli investimenti green siano finalizzati alla creazione di nuova occupazione” e “ai ragazzi va prospettata una filiera di formazione e occupazione compatibile con la transizione verde”. Si tratta, insiste Rutelli, del “solo argomento convincente nel breve termine per avere il consenso delle persone”. In altre parole. “La politica deve condividere con gli elettori il ‘se’ e il ‘quando’. Il ‘come’ non può essere solo punitivo, bisogna tradurlo in politica – conclude Rutelli – Ed è il capo del governo che se ne deve fare carico, dando messaggi positivi: a cominciare dalla creazione di nuovi posti di lavoro”.