“Continuando ad avere responsabilità e prudenza, il prossimo autunno non sarà come quello che abbiamo vissuto nel 2020. Ad oggi abbiamo il 40% della popolazione che ha avuto almeno una dose di vaccino e il 21% l’intero ciclo vaccinale”. Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts, in un’intervista a Repubblica si dice convinto che l’Italia sia arrivata alla “svolta” nella lotta al Covid. Venerdì, stando ai dati diffusi dal ministro della Salute Roberto Speranza, si è superata quota 600mila vaccinazioni. “Continuiamo così. È la strada giusta”, scrive su facebook il ministro. Salgono così a 24,3 milioni le persone che hanno ricevuto la prima dose e 12,7 milioni quelle che hanno completato il ciclo vaccinale. Secondo gli ultimi dati pubblicati sul portale vaccini Agenas, risalenti a venerdì, l’Italia si colloca al sesto posto tra i 27 Paesi Ue nella classifica delle somministrazioni per 100 abitanti, con una percentuale pari al 61,02%, davanti a Francia e Spagna. In termini di popolazione interamente vaccinata, l’Italia è al secondo posto in Europa subito dopo la Germania, ma i dati degli altri paesi risalgono a uno o due giorni prima rispetto a quelli italiani
“Io sono sempre stato prudente”, ricorda Locatelli, “però ormai i dati sono consolidati nella direzione di una marcatissima riduzione di nuovi casi ed è quel che più conta, di forme gravi o fatali di Covid”. A conti fatti, secondo l’ematologo e accademico “possiamo rivendicare, come sistema, che evidentemente il ‘rischio ragionato‘ con il quale sono state progettate le riaperture non era così poco solido come qualcuno aveva ipotizzato”. Fanno ben sperare sia l’incidenza cumulativa dei casi, ridotta a 32 casi per 100mila abitanti, sia i nuovi ingressi in terapia intensiva che venerdì sono stati solo 22 e il numero di posti di rianimazione occupati da malati di Covid, 836 contro i 3.700 di inizio aprile.
Quanto al rischio varianti, i vaccini “le controllano” e “prevengono forme gravi di malattia, qualunque sia la variante”. La svolta, dunque. Ma occorre procedere con giudizio. Riguardo all’uso della mascherina, per esempio: “Capisco la voglia delle persone di emanciparsi da un oggetto anche molto simbolico. Andrà fatto un percorso graduale, partendo dai contesti all’aperto, dove ci sono minori rischi di contagio, per poi passare al chiuso. Aspettiamo ancora un mese, un mese e mezzo. Entro metà luglio – dice Locatelli – affronteremo anche questo aspetto. Mi piacerebbe che l’attenzione rimanesse maggiormente orientata al completamento della vaccinazione”.