Alle 16.30 Msg Orchestra è passata davanti a San Marco: da una parte l'enorme folla persone assiepata alle Zattere, fumogeni lanciati nell'aria, bandiere di pirati, centri sociali e No Grandi Navi; dall'altra i lavoratori del porto, una delegazione poco numero infoltita con qualche rappresentante delle istituzioni. Due facce contraddittorie, divise, della stessa città. Lo erano ancor prima del Covid e continueranno ad esserlo ancor di più
La mole irridente di Msc Orchestra, carica di allegri naviganti diretti verso la crociera nel Mediterraneo, è passata davanti a San Marco alle 16.30, mezz’ora prima dell’orario previsto. Evidentemente c’era un po’ di timore per quello che sarebbe potuto accadere, con migliaia di persone assiepate alle Zattere, fumogeni lanciati nell’aria, bandiere di pirati, centri sociali e No Grandi Navi issate sui barchini. La mole impressionante di vetro, plastica e acciaio alta 60 metri e lunga quasi 300, una stazza di 95 mila tonnellate, è stata trainata dai rimorchiatori che l’hanno tenuta al centro del canale della Giudecca, prima dell’ingresso in Bacino. Uno sfregio tecnologico in uno scenario di incomparabile bellezza. Msg Orchestra non si è neppure accorta dello sciame di imbarcazioni, piccoli moscerini di fronte al potere del turismo di massa e degli affari. Così è ri-cominciata l’era delle Grandi Navi a Venezia. Si era interrotta nel febbraio 2020, con la pandemia. È ripresa non appena si è avuta una parvenza di normalità. Sulle sponde, gente dai sentimenti opposti. Più numeroso il popolo dei No Grandi Navi, che da anni chiede il rispetto delle leggi e dei decreti che dal 2012 hanno messo al bando le navi con più di 40mila tonnellate dal cuore della città. Più ridotto, anche se infoltito da qualche autorità cittadina, il popolo dei lavoratori del porto, davanti al Danieli, riunito per celebrare il ritorno di un’attività economica che porta ricchezza e occupazione.
La Questura aveva deciso di tenerli lontani, per evitare guai. Lo scontro è stato sfiorato, invece, per qualche attimo nelle acque di fronte alla Capitaneria di porto. Nave Orchestra stava transitando. I barchini dei manifestanti la stavano accompagnando per un breve tratto, compromesso raggiunto con la Polizia che ha consentito una breve esibizione, valvola di sfogo di una protesta che continua da dieci anni e che promette di non fermarsi finché le grandi navi non verranno buttate fuori dalla laguna. Ad un tratto sei lance di una ditta di trasporti, con a bordo lavoratori del porto, sono entrate nel Canale della Giudecca da un rio laterale. Per un attimo si è temuto il peggio, ovvero la collisione tra qualcuno dei mezzi impegnati nella battaglia navale, compresi quelli della Polizia. Le moto d’acqua degli agenti si sono interposte tra i portuali e i No Grandi Navi, per evitare che entrassero in contatto, così come stabilità dal Questore. Nessuno si è fatto male, ma la tensione è stata palpabile. Poi i facchini del porto se ne sono andati, anche perché sarebbero stati soverchiati dalla pacifica flotta avversaria, di dieci volte superiore. “Li abbiamo ricacciati!” hanno esultato i ragazzi.
Intanto nave Orchestra si stava allontanando. Non l’ha fermata il decreto Clini-Passera del 2012. E neppure la decisione del governo di lanciare un concorso di idee per realizzare uno scalo all’esterno della Laguna. Inutili anche le diffide che l’Associazione Ambiente Venezia ha inviato alle autorità che hanno la responsabilità sulla navigazione e sul decoro ambientale a Venezia. Era un invito a rispettare le norme, dai contenuti sovversivi se si pensa che le navi continuano a navigare in barba a ogni divieto e nonostante tutti i politici annuncino periodicamente “Fuori le grandi navi da San Marco”. Il ciclo delle crociere è ripreso. Non ancora in grande stile, perché quest’estate ci saranno tre arrivi e tre partenze settimanali, ma non è escluso che altre compagnie nel frattempo si aggreghino. Alle Zattere due grandi striscioni: “Fuori le navi dalla laguna” e “No alla monocultura turistica”, che sta diventando la quintessenza di Venezia. Di fronte al Danieli qualche decina di portuali. “Oggi festeggiamo la ripartenza dopo 17 mesi, un momento importante per tutto l’indotto di chi lavora in questo mondo, finalmente si vede la luce alla fine del tunnel e lo fa in sicurezza”. Due facce contraddittorie, divise, della stessa città. Lo erano ancor prima del Covid e continueranno ad esserlo ancor di più.