Il leader di Boko Haram, Abubakar Shekau, si è fatto esplodere durante uno scontro con combattenti jihadisti rivali. Lo hanno reso noto i miliziani dello Stato islamico della provincia dell’Africa occidentale (Iswap) in un audio rilasciato all’Afp, due settimane dopo che sono emerse notizie sulla sua morte. “Shekau ha preferito essere umiliato nell’aldilà piuttosto che essere umiliato sulla terra. Si è suicidato all’istante facendo detonare un esplosivo”, ha detto una voce simile a quella del leader dell’Iswap Abu Musab Al-Barnawi. Boko Haram non ha ancora commentato ufficialmente la notizia mentre l’esercito nigeriano ha affermato che sta indagando per verificarne l’attendibilità.

L’audio è stato fornito alla Afp dalla stessa fonte che ha inviato i precedenti messaggi dallo Iswap; peraltro nato nel 2016 proprio da una scissione con Boko Haram che da tempo contestava i sanguinari metodi di Shekau contro i civili, con assalti ai villaggi in cui venivano indiscriminatamente massacrati o sequestrati gli abitanti, in gran parte musulmani.

Shekau, ha preso il controllo di Boko Haram nel 2009, dopo la morte del fondatore Mohammed Yusuf. Da allora, ha utilizzato bambini come attentatori suicidi su larga scala e anche giovani donne con corpetti esplosivi che faceva detonare nei mercati, in mezzo alla folla. Secondo una stima del 2019 dell’International Crisis Group, Shekau comandava tra 1.500 e duemila militanti, mentre l’Iswap ne contava nello stesso anno fino a 5.000.

Tra le azioni più eclatanti di Boko Haram c’è il sequestro delle oltre 270 studentesse di Chibok nel 2014, che ha ispirato una serie di sequestri dello stesso genere in tutta la Nigeria del nord. L’ultimo risale ad appena un mese fa, quando uomini armati hanno rapito circa 40 fedeli da una moschea durante le preghiere notturne del Ramadan nella città di Jibiya. “Siamo così felici”, afferma la voce nel messaggio audio, aggiungendo che Shekau era “qualcuno che ha commesso terrorismo e atrocità inimmaginabili”.

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