Nell’intreccio di quattro storie si racconta l’intimità del mare: Man Kind Man del giovane regista Iacopo Patierno, realizzato in collaborazione con Rai Cinema, non è solo un manifesto ambientale. Questo docufilm, che è allo stesso tempo un cazzotto nello stomaco e una poesia, ha un ritmo lieve e violento, l’animo si impregna di acqua salata, se ne imbeve come una spugna, sino ad acquisire una consapevolezza nuova o quantomeno a porsi delle domande. Qual è il nostro rapporto con il mare? Perché ne abbiamo bisogno? Quanto siamo legati ai suoi e ai ritmi della natura?

A raccontarlo tre esseri umani e una tartaruga, accomunati dallo stesso destino, feriti e risorti grazie al mare, tutti e quattro sono sognatori, sanno che inseguire l’utopia può salvarti la vita, ma i loro sono gesti quasi inconsapevoli, la fortuna di chi rimane puro nell’animo e non può essere diverso da com’è. C’è Franco che contempla il mare e raccoglie petali di plastica trovati in spiaggia per farne strane composizioni, li porta e li trasforma nel suo bar della periferia di Napoli, per lui il mare è resurrezione, riesce a purificarti da qualunque dolore; poi c’è Aniello che vive in simbiosi con il fiume Sarno, lo attraversa con la canoa per cercare di ripulirlo, il suo viso è una maschera, il suo dolore è la rassegnazione, ma non si arrende; poi c’è Luca che assomiglia al Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, vuole salvare una spiaggia cancellata per una gara di motocross nella quale l’hanno mischiata alla terra.

La tartaruga si chiama Muzio, arriva insieme ad una femmina, Penelope, al centro di recupero delle tartarughe di Napoli Anton Dohrn, ha una pinna in cancrena. Di Muzio vediamo il dolore mentre gli amputano l’arto, i ricordi marini, l’incapacità di comprendere che cosa e perché gli stia accadendo ciò che vive. Capita anche a noi quando siamo immersi nel dolore, che è cieco e sembra senza fondo. Penelope che ha ingurgitato troppa plastica seguirà un triste destino, lui tornerà al mare. Ma non è un lieto fine quello che ci solleva, è la consapevolezza di cui si parlava all’inizio, qualcosa che è iniziato a cambiare e germogliare dentro di noi: l’arte serve anche a questo, a farci conoscere e superare confini, fuori e dentro noi stessi.

Ho conosciuto Iacopo Patierno molti anni fa, raccoglieva immagini e storie, aveva sete di apprendere e raccontare il mare, la sua ricerca è durata molti anni, in lui le idee, le immagini e i racconti si sono sedimentati, a volte sublimati, e il suo Man Kind Man lo dimostra a pieno. Chi vuole può guardare il trailer del film o vederlo in anteprima dall’8 al 11 giugno per il concorso Italiano del Biografilm Festival a questo link. Per chi fosse a Bologna ci sarà anche una proiezione in sala l’8 giugno alle ore 18:30, presso il Pop Up Cinema Medica Palace, in presenza del regista. Man Kind Man è prodotto da Jacopo Fo Srl, in collaborazione con Rai Cinema, Fondazione Film Commission Campania; con il contributo di Regione Campania; con il patrocinio di Stazione Zoologica Anton Dohrn, Area Marina Protetta Punta Campanella, Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, Ente Nazionale Protezione Animali.

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