Da Massimo Giletti, a La7, domenica sera il produttore ha voluto mettere alcuni punti fermi dopo mesi di indiscrezioni e presunte verità, tra testamenti misteriosi, anelli e orologi spariti e un’assicurazione da 300 mila euro finita sulla scrivania dei magistrati che stanno indagando sulla presunta induzione al suicidio di Teodosio Losito
“Pregherei Adua, se davvero vuole bene a Teo, di dire tutta la verità, perché io la so: è una sporca storia di soldi, di una persona che non è riuscita ad ingannare Losito”. Alberto Tarallo è tornato in tv e per raccontare la sua versione dei fatti sull’ormai celebre Ares Gate e per farlo ha scelto Non è l’Arena. Proprio da Massimo Giletti, a La7, domenica sera il produttore ha voluto mettere alcuni punti fermi dopo mesi di indiscrezioni e presunte verità, tra testamenti misteriosi, anelli e orologi spariti e un’assicurazione da 300 mila euro finita sulla scrivania dei magistrati che stanno indagando sulla presunta induzione al suicidio di Teodosio Losito, lo sceneggiatore morto l’8 gennaio del 2019, per ventuno anni compagno di Tarallo.
ALBERTO TARALLO TORNA IN TV PER DIFENDERSI
“Ho deciso di venire qui perché ho vissuto sulla mia pelle l’esperienza di “sbatti il mostro in prima pagina”. Hanno parlato di messe nere, alcuni giornalisti hanno inventato che nella nostra villa di Zagarolo ci fossero strane statute dove la gente s’inginocchiava per fare dei riti. Insomma, cose assurde”. Con queste parole Alberto Tarallo ha riavvolto il nastro dei ricordi e parlato delle pesanti accuse che gli sono piovute addosso negli ultimi mesi, innescate lo scorso settembre dalle parole di Adua Del Vesco e Massimiliano Morra al Gf Vip. “Ma quello è niente in confronto a ciò che è venuto dopo. Io poi devo ancora fare i conti con un dolore enorme: ho vissuto sei mesi la depressione di Teo, il suo suicidio, è un nodo ardente. Per questo mi ha ferito vedere in tv una persona cui ho dato solo amore, dire quelle cose”, ha aggiunto Tarallo riferendosi alla Del Vesco.
LA VERITÀ SULLA GABBIA DORATA
Proprio poche ore prima che Tarallo apparisse a Non è l’Arena, Adua Del Vesco ha pubblicato un post su Instagram in cui ha scritto tra le altre cose: “State lontani da chi vi snatura, non vi vuole bene”. Parole che secondo Giletti sembrano proprio riferite a Tarallo, tanto che il conduttore gli chiede se fossero proprio loro a volerla snaturare. “Abbiamo fatto tutto con amore e le scelte sono state condivise. Non è che stavamo lavorando con una star come Virna Lisi. Era una giovane ragazza che ci ha strappato il cuore. La gabbia dorata? Nessuno l’ha mai costretta a restarci”. A quel punto Giletti mostra una serie di messaggi e chat che svelano una realtà opposta a quella raccontata al GfVip, tra costrizioni e una presunta setta. “Noi davamo solo la possibilità a dei giovani che aspiravano ad una carriera di attore, una conoscenza del mestiere che avrebbero avuto. Rimango basito: non c’era ne droga né sesso né rock and roll. Ho denunciato tutti e pagheranno”, attacca Tarallo, per il quale la Del Vesco “resta un grande mistero, perché mi ha sempre manifestato grande affetto e grande amore poi non so chi ha visto e frequentato quando se n’è andata da Zagarolo. Certo, ho un sospetto e delle certezze, con dei fatti veri e propri che dirò ai magistrati”.
LO STUPRO SUBITO DA ADUA DEL VESCO
Ma com’è entrata la Del Vesco nelle vite di Losito e Tarallo? “Noi ci siamo innamorati di Adua, volevamo proteggerla. Ci chiamò un’attrice e ci parlò di lei. Teo disse di invitarla da noi e poi la sera lei andò via, mi disse: “Questa ragazza ha dei problemi, ha dei segni sul corpo, si auto lesiona, è stata vittima di uno stupro”. Questa cosa ci toccò molto perché anche Teo visse una situazione simile e io anche, per quanto in modo diverso. Abbiamo pianto tutti quando ce la raccontò, anche le governanti. Oggi però mi chiedo chi sia davvero Adua”.
TARALLO ACCUSA UN PERSONAGGIO MISTERIOSO
Poi, sempre parlando di Adua Del Vesco, Tarallo si lascia andare a una confessione inaspettata che rischia di ribaltare tutto ciò che è stato detto e scritto fino ad oggi: “Pregherei Adua, se davvero vuole bene a Teo, di dire tutta la verità e che cosa c’è dietro, perché io lo so è una sporca storia di soldi, di una persona che non è riuscita ad ingannare Teo e a portarlo in una setta. Pregherei Adua, che è uno strumento… lo dirò ai magistrati”. Tradotto: il produttore ha le idee chiare sulla “regia occulta” che c’è dietro l’Ares Gate. Quanto alla Del Vesco, la dipinge come una ragazza fragile, caduta in un gioco più grande di lei: “Credo non si renda conto del male che ha fatto a me e a Teo, che credo si stia rivoltando nella tomba. Sapeva che il nostro era un amore grandissimo. Non è vero che non stavamo più assieme: questa è la cosa più grave, vogliono rubarmi l’amore della mia vita, ciò che ancora mi manda avanti. Teo mi ha amato fino all’ultimo istante di vita. Ho tanti sensi di colpa, avrei dovuto essere più dolce. Ma ciò di cui sono convinto è che la nostra è stata una grande storia d’amore: non posso permettermi che me la tolgano».
LA STORIA DELL’ASSICURAZIONE DA 300 MILA EURO
Tarallo poi parla per la prima volta anche della polizza da 300 mila euro che Teodosio Losito inizialmente aveva intestato al fratello Giuseppe, per poi cambiare idea e far diventare beneficiario il suo compagno. La famiglia Losito contesta questa versione ma una telefonata con l’assicuratore (registrata dal produttore) sembra confermare l’ipotesi che Losito avesse cambiato idea. Poi Tarallo spiega che Losito lasciò due lettere prima del suicidio e un biglietto, datato 8 gennaio. “Perdonami se potrai. Ti ho sempre amato e sempre ti amerò, tuo Teo”, scrisse lo sceneggiatore poche ore prima di togliersi la vita. “Certi giorni m’incazzo con lui, ma poi lo perdono: è stata la persona che mi ha dato tutto. Oggi purtroppo non sto benissimo di salute: sono venuto qui in tv per gridare la verità, perché mi potrebbe capitare un infarto o un ictus e rimarrebbero solo tutte le cattiverie dette in questi mesi, tra testamenti nascosti, anelli rubati, orologi spariti. L’orologio di Teo è questo qui al mio polso. Tutto il resto sono falsità”.