Nei giorni scorsi è stata rinviata l’assemblea dei soci della Rai per l’approvazione del bilancio, atto che sancisce la scadenza del vertice uscente. Usigrai e Fnsi hanno lamentato che la scelta "lascerà nel pantano l’azienda di servizio pubblico per altri 2 mesi almeno". Su questo dossier il 'metodo Draghi', segnato finora da discontinuità e autonomia negli avvicendamenti alla guida delle partecipate, deve misurarsi con le indicazioni dei partiti
Il consigliere uscente Riccardo Laganà è stato nuovamente eletto dai dipendenti della Rai come proprio rappresentante in Cda al primo turno con 2888 voti. I votanti erano 6369. Per l’esecutivo dell’Usigrai “è un segnale importante, che dà grande forza al dipendente della Rai che siederà in CdA espresso dai lavoratori: l’unico non eletto dai partiti né dal governo“. Il sindacato dei giornalisti che, assieme a Snater, ha sostenuto ufficialmente Laganà, sottolinea che il numero di preferenze è stato nettamente superiore alla precedente elezione: quasi 2900, rispetto ai 1900 di 3 anni fa. La votazione si è svolta attraverso una piattaforma di voto elettronico che garantisce la segretezza del voto. L’affluenza alle urne è stata del 55,49%.
Nei giorni scorsi è stata rinviata l’assemblea dei soci della Rai per l’approvazione del bilancio, atto che sancisce la scadenza del vertice uscente. “Come richiesto dall’azionista Mef” la riunione è stata spostata da mercoledì 8 e lunedì 14 giugno, rispettivamente in prima e seconda convocazione, a mercoledì 30 giugno e lunedì 12 luglio. Usigrai e Fnsi hanno lamentato che la scelta “lascerà nel pantano l’azienda di servizio pubblico per altri 2 mesi almeno”. L’accordo sui nuovi vertici è ancora lontano. Su questo dossier il ‘metodo Draghi’, segnato finora da discontinuità e autonomia negli avvicendamenti alla guida delle società partecipate, è destinato a misurarsi con le indicazioni dei partiti, non soltanto per la nomina dei consiglieri (quattro dei quali vengono votati dalle Camere, uno in quota Lega, uno Fdi o di Fi, uno Pd, uno M5s), ma anche per la scelta del presidente, che deve ottenere il via libera a maggioranza di due terzi dalla commissione di Vigilanza.
Stando agli ultimi rumors, a guadagnare quota nelle trattative di queste ore sarebbero i tandem Raffaele Agrusti (già Cfo Rai) amministratore delegato e Simona Agnes presidente o in alternativa l’ex Rcs Laura Cioli ad e l’ex dg Mauro Masi alla presidenza. Ma continuano a circolare come possibile ad i nomi degli interni Marcello Ciannamea, direttore del Coordinamento palinsesti che sarebbe gradito alla Lega, Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema, Roberto Sergio, direttore di Radio Rai e fra gli esterni Alessandra Perrazzelli, vicedirettore generale della Banca d’Italia, Eleonora Ripa di Open Fiber, Francesca Bria, presidente di Cdp Venture Capital, considerata stimata dal Pd, che potrebbe indicarla come consigliere. Per la presidenza, si è parlato anche di Ferruccio de Bortoli, che avrebbe declinato, mentre sarebbe solo una suggestione il ritorno di Milena Gabanelli.