Il Garante della privacy ha già dato via libera al documento che consentirebbe di iscrivere anche i numeri di telefonino nel registro pubblico delle opposizioni. Manca l'ok del cdm
Buongiorno, è interessato a cambiare operatore telefonico? E la compagnia del gas? Vuole acquistare un pacco di prodotti tipici in offerta? Può interessare il trading online? Sono solo alcune delle proposte che arrivano ormai quotidianamente via telefono cellulare. Senza possibilità di scampo per l’utente. Perché il registro pubblico delle opposizioni è fermo alla sola telefonia fissa con la possibilità di bloccare i numeri “molesti”. Per il telefonino, invece, niente da fare: il governo si è “dimenticato” di dare l’ok al regolamento che fissa le nuove norme per operatori e utenti.
Eppure non si tratta di un argomento da poco visto che l’industria dei contact center in Italia vale circa 4 miliardi di euro. Di questa somma, secondo le stime Assocontact, circa 2,1 miliardi rappresenta il giro d’affari dei fornitori, il resto è realizzato da strutture interne alle imprese. Ben 400 milioni vengono direttamente dal marketing telefonico e 1,6 miliardi provengono invece prevalentemente dal servizio clienti, il cosiddetto customer care. Con un mercato in crescita e la prospettiva di ampliare il sistema anche alle promozioni di prodotti via web. Già oggi del resto, come rileva Assocontact che aggrega 65 imprese del settore e presidia un comparto assieme ad Asstel e Assocall, esistono più di un centinaio di aziende che operano in questo segmento di business impiegando in totale circa 120mila persone.
“Il ritardo accumulato per l’emanazione del nuovo regolamento attuativo del registro pubblico delle opposizioni è allarmante – dichiara Lelio Borgherese, presidente di Assocontact – Ci rendiamo conto che in questi mesi il governo ha avuto ben altre priorità e rispettiamo i tempi e gli iter pensati per prendere le migliori decisioni possibili, ma ci rendiamo anche conto che i cittadini e le aziende non possono attendere tempi biblici, in generale e ancor di più in condizioni estreme dove velocità e chiarezza delle regole sono fondamentali. A maggior ragione se parliamo di una norma sacrosanta che tutela diritti già sanciti e difesi in altre circostanze”.
Come riferiscono le associazioni dei consumatori, la trattativa su questo tema è già stata avviata da più di tre anni. Sono stati fatti passi in avanti senza però chiudere il cerchio. “Dal 2011 ad oggi più di un milione e mezzo di numeri fissi sono stati registrati nel portale delle opposizioni – spiega l’avvocato Gianluca Di Ascenzo del Codacons – Segno che c’è una elevata attenzione dei consumatori sul tema. Tuttavia ancora manca un regolamento operativo anche per la telefonia mobile nonostante le richieste di aziende ed utenti come testimonia il lavoro svolto dall’Osservatorio imprese e consumatori”. A questo punto la parola spetta al consiglio dei ministri che ha già ricevuto il documento definitivo con il via libera del Garante della privacy. “I tempi di attesa si prospettano però ancora lunghi: dopo l’emanazione da parte del presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, dovranno essere consultati i principali operatori e le associazioni dei consumatori – spiega Luigi Gabriele, presidente dell’associazione Consumerismo – Non solo. Entro 90 giorni dalla pubblicazione, il Mise, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio, dovrà poi predisporre ed attivare le modalità con cui gli operatori potranno accedere anche per via telematica al registro, e non potranno utilizzare per scopi pubblicitari, né cedere a terzi i numeri, fissi e mobili, dei cittadini iscritti, i cui consensi pregressi rilasciati per finalità di telemarketing saranno annullati”. Una bella gatta da pelare per le imprese del settore che tuttavia sono pronte ad affrontare il cambiamento per mettere fine alla concorrenza sleale e al telemarketing selvaggio salvando quanto c’è di buono nel settore.
Per Assocontact è infatti necessaria una legge di riordino del settore che dia a tutta la filiera della customer relation la possibilità di svilupparsi seguendo un percorso di legalità, qualità, innovazione e formazione. Non a caso l’Osservatorio imprese e consumatori (Oic) ha stilato un codice di autoregolamentazione con i comportamenti “corretti” nel telemarketing e ha promosso un decalogo per informare il consumatore e discriminare le offerte commerciali promosse da operatori non affidabili. L’Oic ha anche ipotizzato la nascita di una vera e propria Camera di conciliazione che riceva le segnalazioni dei cittadini e intervenga per sanzionare i comportamenti scorretti degli operatori del settore. Ma senza l’ok del governo il lavoro rischia di diventare obsoleto proprio mentre l’industria del marketing avanza veloce non solo via telefono, ma anche via web.