Il calo riguarda i beni non alimentari. Il confronto su base annua falsato dall'effetto delle chiusure. I dati descrivono una situazione dei consumi caratterizzata da una persistente debolezza
Ad aprile 2021 le vendite al dettaglio hanno segnato un calo rispetto al mese precedente pari a -0,4% in valore e -0,5% in volume. Come rileva l’Istat, le vendite dei beni alimentari sono aumentate dell’1% mentre sono diminuite dell’ 1,5% quelle dei beni non alimentari. Il confronto tendenziale (ossia con lo stesso mese dell’anno prima) è fortemente influenzato dalle chiusure che avevano caratterizzato l’aprile dello scorso anno. Le vendite al dettaglio aumentano quindi del 30,4%.
L’Istat osserva che “ad aprile 2021 emerge un lieve ripiegamento congiunturale (mese su mese, ndr) delle vendite al dettaglio che segue la stagnazione del mese precedente”, quando le vendite avevano segnato un calo dello 0,1% rispetto a febbraio. “Negli ultimi due mesi il risultato congiunturale complessivo è stato sostenuto dall’andamento positivo del comparto alimentare, mentre quello dei beni non alimentari ha contribuito negativamente”.
I dati diffusi questa mattina da Istat “restituiscono un andamento ancora lento della macchina dei consumi”. Afferma in una nota Federdistribuzione. “Il mondo del commercio, in particolar modo non alimentare, sta attraversando una fase di incertezza, caratterizzata da due trend opposti – afferma Carlo Alberto Buttarelli, direttore ufficio studi di Federdistribuzione : da una parte si registrano segnali positivi nella fiducia dei consumatori che vogliono tornare alle abitudini d’acquisto pre-pandemia, dall’altra questa volontà non si trasferisce sui consumi e la domanda interna si conferma ancora molto debole”.
“Una brusca frenata che allontana ancora di più i negozi dalla ripresa: ad aprile le vendite non alimentari delle piccole superfici sono ancora 6,2 punti percentuali – circa 2,5 miliardi di euro – sotto il livello di febbraio 2020, l’ultimo mese prima della pandemia”. Così Confesercenti. Il calo dei consumi, secondo Confesercenti, è dovuto “in primo luogo alle restrizioni, che hanno deviato la spesa delle famiglie dalla rete del retail fisico all’online: nello stesso periodo l’eCommerce segna un vero e proprio boom, con una crescita del 36,1%”.