Dal 30 aprile di Saman Abbas, scomparsa dalla Bassa Reggiana, non c’è traccia. I carabinieri hanno ricominciato le ricerche per trovare il corpo della 18enne, che la Procura ritiene sia stata uccisa dalla famiglia per aver rifiutato un matrimonio combinato. Sono stati eseguiti alcuni carotaggi del terreno – nella zona agricola di Novellara attorno alla casa della famiglia dove gli inquirenti sono convinti sia stato occultato il cadavere della ragazza – per facilitare il lavoro dei cani molecolari delle unità cinofile che scenderanno in campo domani. Sempre domani sarà utilizzato l’elettromagnetometro, uno strumento in grado di scandagliare in profondità il sottosuolo fino a cinque metri. E non è escluso un sopralluogo del procuratore capo reggente di Reggio Emilia, Isabella Chiesi e della pm Laura Galli, titolare dell’inchiesta per omicidio premeditato.

Intanto si accelera per fare estradare dalla Francia il 28enne Ikram Ijaz, uno dei cugini di Saman, che è stato arrestato una settimana fa a Nimes, mentre tentava di raggiungere alcuni parenti in Spagna. Lui, assieme a un altro cugino e allo zio Danish Hasnain, 33 anni (ritenuto l’esecutore materiale del delitto), sono stati i primi indagati dopo essere comparsi nel primo video sospetto ripreso dalle stesse telecamere vicino alla cascina di famiglia, risalente al 29 aprile, in cui con due pale, un piede di porco, un secchio contenente un sacco azzurro, si dirigono verso la campagna. Per gli inquirenti in quel momento avrebbero preparato il luogo per nascondere il corpo senza vita di Saman. Nelle ultime ore – fanno sapere gli investigatori – si sono intensificati i contatti tra i carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia e il servizio centrale di polizia del Ministero dell’Interno al fine di giungere quanto prima alla consegna del giovane arrestato da parte delle autorità giudiziarie francesi. Continuano intanto le ricerche dello zio e dell’altro cugino, col contributo attivo delle polizie europee, in particolare quella francese, spagnola, svizzera, inglese e belga. Si ritiene infatti che i due siano ancora nel continente, a differenza dei genitori di Saman – anch’essi indagati – rientrati il primo maggio in Pakistan come risulta dalle liste d’imbarco alla Malpensa.

Il racconto del fratello – A fare scattare le ricerche sono state le dichiarazioni del fratello sedicenne della ragazza. “Mio zio Danish ha ucciso Saman – ha dichiarato il ragazzo agli investigatori -. Ho paura di lui, perché mi ha detto che se io avessi rivelato ai carabinieri quanto successo, mi avrebbe ammazzato. Ho pensato anche di ucciderlo mentre dormiva, visto ciò che ha fatto. Ma poi ho pensato che sarei finito in prigione. Ed era meglio che intervenissero i carabinieri”.

Il ragazzo, che si trova in una comunità protetta, ha raccontato della lite furibonda di Saman con i genitori, proprio a causa del rifiuto di lei di procedere con il matrimonio combinato. Poi è comparso lo zio: “È arrivato da dietro le telecamere, perché lui sapeva dov’erano posizionate”, e il ragazzo lo ha sentito gridare verso i genitori “andate in casa! Ora ci penso io“. “Mio padre – ha proseguito – è rientrato a casa con lo zaino di Saman, quello di colore avorio che lei aveva sulle spalle quando è uscita. Lo zio ha detto a papà di portarlo in casa e di nasconderlo senza farlo vedere alle telecamere”.

Sempre stando al racconto del ragazzo, rientrato in casa il padre “si è sentito male e ha pianto. Se mio papà avesse detto ai carabinieri quanto avvenuto, lui (lo zio) ci avrebbe uccisi“. Al momento, rimangono ancora sconosciute le modalità con cui la ragazza sia stata uccisa. ”Lo zio a me non l’ha detto – continua il sedicenne -, non l’ha detto nemmeno quando è arrivato a casa. Se lo avesse fatto mio padre si sarebbe tolto la vita. Secondo me l’ha ammazzata strangolandola, perché quando è entrato non aveva nulla in mano”. E quando il fratello ha chiesto allo zio dove fosse il corpo di Saman “perché avrei voluto abbracciarla un’ultima volta”, lo zio ha risposto: “Non te lo posso dire”. “Lui aveva pensato a tutto”, precisa il ragazzo, dicendo che di fronte a qualsiasi domanda avrebbe dovuto rispondere che “Saman è partita“.

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