Martin Winterkorn, l’ex ceo di Volkswagen, ha accettato di pagare 11,2 milioni di euro alla sua ex azienda in qualità di risarcimento per il Dieselgate, lo scandalo sulla manomissione dei dati sulle emissioni gasolio che nel 2015 aveva fatto crollare la credibilità del colosso di Wofsburg. Winterkorn però non sarà l’unico a pagare personalmente: assieme a lui, a risarcire la casa automobilistica saranno Rupert Stadler, ex capo dell’Audi e membro del consiglio di amministrazione del gruppo VW, Wolfgang Hatz, ex membro del cda di Porsche e Stefan Knirsch, l’ex manager dell’Audi. Rispettivamente, dovranno versare all’azienda 4,1, 1,5 e 1 milione di euro. In totale gli ex top manager del gruppo pagheranno al colosso di Wofsburg, insieme alle loro assicurazioni, una somma record di risarcimenti da 288 milioni di euro. Oltre agli avvocati degli ex manager, più di 30 assicuratori sono stati coinvolti nei negoziati.
Chiusa la trattativa con Volkswagen, dopo un braccio di ferro cominciato nel 2015, per Winterkorn arriva altre cattive notizie: la procura di Berlino ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di falsa testimonianza. Secondo l’accusa, l’ex amministratore delegato ha mentito rispondendo alla Commissione parlamentare in merito al momento in cui avesse appreso delle irregolarità dei motori che permettevano di alterare i dati sulle emissioni dei gas. Le dichiarazioni risalgono al 19 gennaio 2017.
In queste stesse ore, però, la Francia ha avviato un’indagine giudiziaria proprio contro Volkswagen, ancora una volta per le accuse di frode relative alle emissioni delle sue auto diesel. Secondo fonti giudiziarie citate dalle agenzie, il procedimento è stato avviato il 6 maggio. Le autorità francesi accusano la casa automobilistica di frode sulle caratteristiche essenziali di un prodotto (ovvero le sue emissioni di agenti inquinanti), che ha portato a un rischio per la salute di uomini e animali. Per questo motivo, la società è stata condannata a pagare una cauzione di 10 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi a una garanzia bancaria di 60 milioni di euro. Volkswagen ha contestato le accuse e in una nota ufficiale si è detta “del parere che i consumatori francesi non hanno subito alcun danno che abbia diritto a un risarcimento”.