Ogni anno il paese riceve circa 6 miliardi di euro di trasferimenti dai 2 milioni di salvadoregni che vivono all'estero. Ieri forte calo della valuta digitale dopo che l'Fbi ha recuperato parte del riscatto in bitcoin pagato dalla società Colonial pipeline a criminali informatici che ne avevano bloccato l'attività
Detto, fatto. Il Congresso salvadoregno ha approvato la proposta del presidente Nayib Bukele di riconoscere il bitcoin come valuta legale, primo paese al mondo. La moneta digitale affiancherà il dollaro statunitense, la moneta che oggi è utilizzata da El Salvador. La proposta è passata a larga maggioranza, 62 voti a favore su 84. Il bitcoin assumerà lo status di valuta legale nei prossimi 90 giorni.
Bukele aveva annunciato l’intenzione di proporre al Congresso lo scorso . Le peculiarità del sistema economico e monetario di El Salvador spiegano le ragioni di questa scelta. Il paese conta circa 6 milioni di abitanti a cui si aggiungono 2 milioni di salvadoregni che vivono all’estero e che inviano in patria circa 6 miliardi di dollari all’anno, il 20% del Prodotto interno lordo del piccolo stato del centroamerica. Il 70% della popolazione non ha un conto corrente in banca. Inoltre El Salvador adotta come valuta il dollaro statunitense, non gestisce insomma direttamente una propria moneta.
L’idea principale è quella di utilizzare il bitcoin come “veicolo” per le rimesse da parte dei salvadoregni che risiedono all’estero evitando così di pagare commissione a intermediari come le banche e invogliando ulteriori invii di denaro. Verrebbe utilizzata un’ app per smartphone sviluppata dalla salvadoregna Strike. In sostanza l’applicazione sfrutta la moneta digitale come “mezzo di trasporto” su cui far viaggiare i dollari. Al momento dell’invio, i dollari vengono trasformati in bitcoin che poi l’applicazione provvede a riconvertire in dollari una volta arrivati a destinazione. Un sistema che attenua il problema delle violente fluttuazioni che caratterizzano la criptovaluta.
Ieri il bitcoin era sceso fino a 31.400 dollari in seguito alla notizia che l’Fbi è riuscita a recuperare buona parte del riscatto pagato in bitcoin dal gruppo Colonial pipeline ai criminali informatici che ne avevano paralizzato per giorni l’attività. Inutile negare che la moneta digitale debba una parte della sua fortuna anche per l’uso che ne viene fatto per transazioni opache sul web, grazie alla quasi totale anonimità che può garantire.