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Michele Merlo, la disperazione del padre: “Mio figlio accusato di aver fatto uso di droghe e respinto dal pronto soccorso”

La confessione disperata del padre del cantante morto domenica scorsa per leucemia fulminante è stata raccolta da Il Resto del Carlino di Bologna: "“A Vergato lo hanno liquidato dicendo che intasava il Pronto soccorso, hanno sottovalutato le sue condizioni”. E ancora: “Mio figlio è stato respinto dall’ospedale di Vergato e accusato di aver fatto uso di droghe”

di Davide Turrini

Michele Merlo respinto dall’ospedale perché accusato di aver fatto uso di droghe. La confessione disperata del padre del cantante morto domenica scorsa per leucemia fulminante è stata raccolta da Il Resto del Carlino di Bologna. Si staglia così un’ulteriore interrogativo su quello che è accaduto all’ex concorrente di Amici e X Factor nei giorni che hanno preceduto il suo improvviso decesso. Domenico Merlo e la moglie Katia hanno infatti depositato presso la stazione dei Carabinieri Bertalia, nella zona nord ovest di Bologna, quello che viene definito un “corposo esposto” dove viene chiesto l’intervento dell’autorità giudiziaria. Successivamente si sono messe in moto le indagini dei Carabinieri del Nas che, secondo quando ricostruito dal Carlino, hanno sequestrato la cartella clinica di Michele Merlo dell’Ospedale Maggiore di Bologna, dove è stato ricoverato con urgenza e morto, e quella del Pronto Soccorso di Vergato, dove il 28enne era stato visitato tre giorni prima per un improvviso dolore alla gola e alla testa ma senza essere ricoverato. Va inoltre specificato che Vergato è una località della provincia bolognese sulla strada Porrettana che porta a Pistoia, ad oltre 40 chilometri da Bologna. Michele Merlo si era recato lì mercoledì in quanto si trovava nella casa della fidanzata a Luminasio, frazione di mezza montagna del comune di Marzabotto, tra Vergato e Bologna. All’ospedale di Vergato, scrive il Carlino, rifacendosi al racconto dei genitori del ragazzo, Michele “non accede al pronto soccorso perché, secondo quanto trapelato, viene indirizzato al medico di continuità assistenziale (la guardia medica), i cui ambulatori si trovano negli stessi locali. La prima diagnosi parla di un’importante faringite. Non vengono richieste analisi del sangue o altre visite e viene mandato a casa con una prescrizione antibiotica”. I cronisti del Resto del Carlino sono riusciti a contattare la guardia medica di turno la sera del 2 giugno che ha rimandato a casa Merlo. “Ho fatto tutto quello che dovevo fare e tutto è stato relazionato ai miei superiori”, ha spiegato il sanitario dell’ospedale di Vergato. Solo che dopo la “visita” nel piccolo ospedale della provincia la situazione di salute di Michele Merlo è fortemente peggiorata tanto da essere trasportato con il 118 all’ospedale Maggiore di Bologna in stato di incoscienza. Seguirà un’operazione d’urgenza e infine la morte. L’Ausl ha ufficialmente aperto un’indagine interna per ricostruire l’accaduto e che ripercorre tutte le tappe ufficiali dal primo accesso a Vergato fino al trasporto del giorno successivo a Bologna. Dall’altro lato sono i genitori di Merlo a spiegare al Carlino: “A Vergato lo hanno liquidato dicendo che intasava il Pronto soccorso, hanno sottovalutato le sue condizioni”. E ancora: “Mio figlio è stato respinto dall’ospedale di Vergato e accusato di aver fatto uso di droghe”.

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