Cadute, intese proprio come fisiche, in alcuni casi verbali, oppure stilistiche o addirittura anagrafiche. E’ questo il filo conduttore dell’ultima “Domenica bestiale”, tra cadute ripetute e gialappesche a bordo campo, le ormai classiche perle sgrammaticate nei comunicati dei giudici sportivi, prodezze dei tifosi che tornano ad allietarci con la loro presenza e un caso simil “Eriberto” coi suoi strascichi.

TORO CADUTO
Per Aurelio De Laurentiis Edy Reja era il Clint Eastwood del calcio. E in effetti Edy Reja, allenatore che portò il Napoli dalla C alla A, con lo sguardo e la faccia da duro e il tono impostato, l’aria da cowboy ce l’ha sempre avuta. Ma si fosse trovato in un western negli ultimi giorni avrebbe interpretato di sicuro il ruolo del capo indiano “Toro Caduto”: nelle ultime due amichevoli della Albania, che guida come ct, è stato protagonista di due capitomboli più che fantozziani mentre era in panchina. Travolge o inciampa su calciatori che capitano dalle sue parti. A 75 anni suonati, però, il mister Goriziano non le manda certo a dire: i labiali che vengono fuori dopo i capitomboli sono roba da saloon.

INUTILE BUSSARE QUI NON APRÌ NESSUNO
Non è un lavoro facile quello del giudice sportivo delle serie dilettantistiche: emettere giudizi sulla base dei rapporti degli arbitri, adattandosi alle loro parole, non è semplice. E spesso infatti vengono fuori strafalcioni o periodi con tempi verbali stravolti. Un capolavoro in tal senso, sia per i fatti narrati che per la narrazione stessa, è quello che va a motivare la multa da 320 euro al Pomigliano, serie D campana: “Come da referto del DDG e del C.C., per omessa vigilanza si permetteva che alcuni sostenitori entrassero nei locali spogliatoi ed addirittura qualcun di loro cercava di aprire la porta dello spogliatoio del DDG, bussando anche con forza. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha fatto sì che la situazione si calmò; inoltre, alcuni sostenitori della Società insultavano la terna che stava per raggiungere gli spogliatoi”. Quel passato remoto vale da solo il prezzo del biglietto, in questo caso il megabyte usato per scaricare il comunicato…con un abbonamento illimitato.

IL PARENTE DEL PORTIERE
Genitore 1, Genitore 2…più genericamente “Parente”. Anche i giudici sportivi si adattano ai tempi e uno dei cori più gettonati che si cantano contro i portieri avversari viene reso asettico. Accade dopo la partita del Cervinara, squadra irpina di Eccellenza, multata per 300 euro perché: “Come relazionato dal C.C., un gruppo di sostenitori della società, posizionati dietro la porta avversaria, accendevano n. 2 fumogeni e per tutta la durata del 2^ tempo insultavano il familiare del portiere avversario, gli sputavano contro senza colpirlo e lo colpivano con acqua. A causa di ciò, il predetto calciatore era costretto a stare lontano dalla linea di porta”. Anche il gioco “colpisco – non colpisco” è decisamente degno di nota.

ERIBERTO ERA PIÙ FACILE
Un caso in tutto e per tutto simile a quello dell’ex ala brasiliana del Chievo arriva dalla Germania: l’attaccante congolese dello Stoccarda, Silas Wamangituka, di 22 anni, ha rivelato di chiamarsi in realtà Silas Katompa Mvumpa e di avere 21 anni. Il caso sarebbe in tutto e per tutto simile a quello di Eriberto con il cambio di nome e di età legato a magheggi di faccendieri… almeno però il faccendiere di Luciano gli aveva cambiato il nome in Eriberto…per inventarsi Wamangituka ci vuole sadismo… per il ragazzo e per i giornalisti che ne dovevano scrivere o pronunciare il nome.

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