Quando si parla di riscaldamento globale, l’immagine che viene spesso fuori è quella del deserto: dune di sabbia, cammelli, e beduini. Deve essere perché siamo abituati a pensare in questi termini – forse anche per via delle estati sulla spiaggia, al caldo e sotto l’ombrellone.

In realtà, come sempre succede, le cose sono molto più complicate di quanto non sembri. Il riscaldamento globale non è semplicemente la temperatura in aumento, ma si porta dietro una serie di conseguenze spesso inaspettate. Una è che avremo un clima più umido e più piovoso, perlomeno nella media.

Gli ultimi risultati sono disponibili in un articolo pubblicato recentemente su Nature. La tendenza è chiara: l’evaporazione dalla superficie terrestre, principalmente dalle piante (“evapotraspirazione”), è aumentata di circa il 10% negli ultimi due decenni. Questo vuol dire che c’è più umidità nell’atmosfera e che le precipitazioni aumentano di intensità e di frequenza (lo trovate discusso in un altro articolo su Nature). In compenso, c’è meno umidità nel terreno per via dell’evaporazione più rapida, anche per via della fotosintesi che viaggia col turbo con l’aumentare della concentrazione di CO2 nell’atmosfera (anche questo lo trovate scritto su Nature).

Tutto questo è una cosa buona? Per certi aspetti si. Il “rinverdimento” planetario sta assorbendo una frazione delle nostre emissioni di CO2 e quindi rallenta un po’ il riscaldamento globale. Certe zone tradizionalmente aride stanno diventando verdi e c’è addirittura chi ha detto che il deserto del Sahara potrebbe ritornare verde come lo era 10 mila anni fa. Per ora è soltanto una speculazione, ma è vero che basta una piccola perturbazione per cambiare completamente il clima del Sahara. E’ successo parecchie volte nella sua lunga storia che sia trasformato da deserto in foresta e poi di nuovo in deserto.

Ma sotto altri aspetti, purtroppo, l’aumento dell’umidità atmosferica ci sta portando un sacco di guai. Quelle che chiamiamo “bombe d’acqua” (ma i meteorologi dicono “nubifragi”) diventano più frequenti, con tutti i danni associati. Poi, come sempre, le medie ingannano. Piove di più, sì, ma non ovunque. In certe aree, la siccità sta diventando un problema spaventoso, come in Sud Africa e in California. Anche qui da noi, passiamo facilmente da piogge eccessive a periodi di siccità. Poi, rinverdire va bene, ma troppo alla svelta sta alterando gli equilibri biologici degli ecosistemi e questo causa altri problemi, come una riduzione della qualità nutrizionale delle piante.

Attenzione a non cadere nella solita trappola di dire “oggi piove, è colpa del riscaldamento globale”. Non funziona così, non più di quando si dice “oggi è freddo e allora il riscaldamento globale non esiste”. Non si può partire da un evento particolare per arrivare a conclusioni sulle tendenze globali. Ma si può e si deve fare il contrario: ovvero partire dalle tendenze globali per arrivare a capire cosa ci si può aspettare a livello locale. In sostanza, avremo sempre più pioggia, probabilmente troppa, e non nei momenti e nei luoghi dove la vorremmo.

Il clima terrestre sta cambiando molto rapidamente, troppo in fretta per capire esattamente dove stiamo andando. Ma, di sicuro, non è una cosa buona.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

CO2, Shell anticipa il piano di riduzioni dopo la sentenza olandese. Da Exxon a Chevron: ora le multinazionali fiutano l’affare green

next
Articolo Successivo

Cambierà davvero qualcosa per l’ambiente con la modifica all’articolo 9 della Costituzione?

next