Sei anni di reclusione, maxi multa e licenziamento: Marco Corbisiero, ufficiale tarantino, la “mente” del sistema ingegnoso che prevedeva l’introduzione in Italia di tabacchi lavorati esteri e di Cialis, farmaco per le disfunzioni erettili, a bordo di nave Caprera della Marina Militare, ha subito la condanna più pesante al termine di processo con rito abbreviato, condizionato all’ascolto di alcuni testimoni, che si è celebrato dinanzi gup di Brindisi, Valerio Fracassi. Altri due colleghi, Roberto Castiglione, di Taranto e Antonio Mosca, di Mesagne sono stati condannati a 3 anni e due mesi mentre un quarto, Antonio Filogamo, di Giugliano (Napoli) è stato assolto.
L’inchiesta dei pm Giuseppe De Nozza e Alfredo Manca è partita il 15 luglio 2018 con un controllo sulla nave, arrivata nel porto di Brindisi da Tripoli proprio quel giorno. Si trovava in Libia nell’ambito dell’operazione Mare Sicuro per il potenziamento del contrasto dell’immigrazione clandestina. Le verifiche successive, nell’ambito di una inchiesta che si è poi rivelata complessa, sono state effettuate dai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza e dalla Capitaneria di porto di Brindisi. Secondo le accuse, gli imputati a vario titolo avrebbero organizzato il trasporto dal porto di Tripoli a quello di Brindisi di 774 chili di tabacco lavorato estero e di farmaco Cialis che sarebbero stati sbarcati sulla banchina Garibaldi del porto di Brindisi. A quanto emerso dalle indagini i tabacchi e i farmaci di contrabbando sarebbero stati destinati alla vendita ad altri appartenenti alla Marina di Taranto e non solo. Coribisiero rispondeva anche di aver cercato di comprare il silenzio di altri colleghi, per assicurarsi la mancata denuncia all’autorità giudiziaria. Erano sei in tutto gli indagati, per due Mohamed Hamza Ben Abulad, 39 anni, di Tripoli e Mario Orteli, 40enne di Napoli, è stato previsto uno stralcio.
Nel maggio 2020 furono eseguiti 5 arresti e fu disposta una misura interdittiva. Emerse che nave Caprera era rimasta 100 giorni a Tripoli, nella base di Abu Sitta, nell’ambito dell’operazione Mare Sicuro e più in particolare della missione ex Nauras che prevedeva un supporto italiano alle motovedette libiche, per rafforzare l’attività di contrasto all’esodo di migranti. Corbisiero, utilizzando 22mila euro presumibilmente prelevati dalle casse della Marina, aveva acquistato quintali di sigarette di contrabbando. Era riuscito a condurle nella stiva, di notte, approfittando del buio e dribblando il servizio di guardia, era riuscito a portarli poi nel magazzino.
L’acquisto del materiale sarebbe stato possibile perché in capo a Corbisiero c’era l’intera gestione dell’approvvigionamento di pezzi per la manutenzione delle navi, mentre su Ben Abulad Hamza, l’intero sistema di fornitura di beni di prima necessità per l’equipaggio italiano a cui le disposizioni impedivano di muoversi liberamente a Tripoli. Sullo sfondo una spy story che ha a lungo impegnato gli investigatori. Un giro di contrasti interni all’interno del Caprera che avrebbe portato all’emersione di quanto doveva restare segreto. La Marina Militare ha sin da subito collaborato con la magistratura e ha attivato autonomi procedimenti disciplinari.