Secondo la guardia di Finanza di Palermo, prestavano denaro con interessi che arrivavano fino al 140%, ai danni di imprenditori, professionisti e personaggi dello spettacolo come il conduttore radiofonico Marco Baldini. Oggi, per i cinque uomini della presunta banda di usurai con a capo Salvatore Cillari, fratello di un boss ergastolano, sono state disposte le misure cautelari personali, seguite dal sequestro di beni per 500mila euro. Cillari, l’uomo che aveva contatti diretti con lo stesso Baldini, e che più volte con tono minaccioso gli aveva intimato di restituire il prestito, è finito in carcere. Gabriele, suo figlio, che secondo l’accusa riciclava i soldi sporchi intascati con l’usura attraverso il suo locale alla moda nel centro di Palermo, “L’Acerba”, è finito ai domiciliari dopo il sequestro del ristorante, così come Matteo Reina e Giovanni Cannatella. Per Achille Cuccia è stato poi disposto il divieto di dimora a Palermo.
La banda di usurai operava tra Palermo e Roma, dove Cillari aveva casa da dove teneva sotto tiro lo stesso Baldini. Il conduttore radiofonico, che aveva problemi economici legati al gioco d’azzardo, era finito tra le intercettazioni tra il 2017 e il 2018, quando doveva restituire agli usurai circa 60mila euro, come riportano le agenzie. “Avanza un terremoto di soldi! – dice Cillari, non sapendo di essere ascoltato – Questo Marco Baldini… questo di Roma… ci deve dare sessanta e rotti mila euro… ora domenica parte… ci ha telefonato… vedi che sto salendo… ti sto venendo a rompere le corna!”. E ancora “Sti soldi, com’è finita Marco? – diceva ancora l’uomo – Manco una lira… Cazzo della miseria Marco… manco mille lire”, si lamentava, avvertendo il suo interlocutore: “Io qua a Roma sto”. “Allora domani ci vediamo, stai tranquillo”, rispondeva Baldini. Tre mesi dopo Cillari continuava a incalzarlo: “Mi dai sempre delle notizie, poi invece mi lasci in asso. Tu dici che dovevi prendere i soldi… sono passati sette mesi… non prendi nulla… anzi quasi un anno”. Davanti alle giustificazioni del suo interlocutore, Cillari taglia corto: “Marco io so solo una cosa… io ti ho fatto solo del bene a te!!!”. A giugno del 2018 l’ennesima telefonata: “Sono passati anni, ora basta Marco. Non è giusto che mi posi così perché io me li sono levati dalla bocca… Vedi che io ti ho voluto bene e ti ho rispettato come un fratello Marco… e tu non mi puoi trattare così”.