I carabinieri del Nas di Genova stanno acquisendo cartelle cliniche e tutta la documentazione medica relativa a Camilla Canepa, la studentessa di 18 anni morta dopo essersi vaccinata con AstraZeneca. Dalle prime verifiche è emerso infatti che la giovane soffriva di piastrinopenia autoimmune familiare (che provoca una carenza di piastrine) e assumeva una doppia terapia ormonale. Gli investigatori ora vogliono capire se le due patologie fossero state indicate nella scheda consegnata prima della somministrazione del vaccino, all’open day del 25 maggio. Intanto, il fascicolo per permettere gli accertamenti sul caso, già aperto giorni fa per atti non costituenti reato, è stato modificato e ora si procede per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti.
Il primo punto da chiarire diventa quindi se le patologie della 18enne sono state comunicati ai medici vaccinatori. La reazione al vaccino AstraZeneca che porta poi in alcuni rari casi al verificarsi di trombosi cerebrali gravi è infatti proprio una trombocitopenia autoimmune, tanto che si parla di “trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino” (VITT). L’agenzia LaPresse riporta che nell’anamnesi patologica remota stilata nel primo ospedale di arrivo della ragazza, a Lavagna, erano riportate la presenza di una cisti ovarica e di una piastrinopenia autoimmune familiare. Dall’anamnesi farmacologica invece risultava che la paziente assumeva una terapia ormonale con due farmaci, uno a base di estrogeni e l’altro a base di progestinici.
I militari, delegati dai pm Francesca Rombolà e Stefano Puppo insieme all’aggiunto Francesco Pinto, stanno andando negli ospedali di Lavagna, dove la giovane è stata ricoverata il 3 giugno, e al Policlinico San Martino. Tra i documenti che stanno acquisendo i militari anche le relazioni dei dirigenti medici del San Martino Pelosi e Brunetti. Per la prossima settimana sono stati convocati due docenti di Pavia, Luca Tajana e Franco Piovella, che probabilmente già martedì si occuperanno di eseguire l’autopsia.
La ricostruzione – La ragazza era stata immunizzata il 25 maggio a un open day per gli over 18 dopo un’anamnesi vaccinale negativa. Il 3 giugno si era presentata in pronto soccorso a Lavagna con cefalea e fotofobia. È stata sottoposta ad esami: tac cerebrale ed esame neurologico entrambi negativi. Quindi era stata dimessa con la raccomandazione di ripetere gli esami ematici dopo 15 giorni. Il 5 giugno è ritornata in pronto soccorso con deficit motori a una parte del corpo. I medici l’hanno quindi nuovamente sottoposta a Tac cerebrale con esito emorragico per questo è stata immediatamente trasferita alla Neurochirurgia del San Martino.
Sul primo ricovero al pronto soccorso di Lavagna di Camilla, la Asl4 aveva fatto approfondimenti il 7 giugno 2021, tre giorni prima del decesso. A dirlo è il direttore generale Paolo Petralia che all’Ansa dichiara: “La direzione sanitaria ha acquisito in data 7 giugno dettagliata relazione del direttore uoc pronto soccorso sul percorso relativo alla paziente e, ritenendola esaustiva, non ha al momento attivato ulteriori iniziative“.