Ha detto di non avere nulla a che fare con la scomparsa di Saman Abbas, che gli inquirenti ritengono sia stata uccisa dai famigliari per essersi opposta a un matrimonio combinato. Ikram Ijaz, cugino 28enne della giovane di cui non si hanno più tracce dal 30 aprile, è stato interrogato dai magistrati dopo la seconda notte passata nel carcere di Reggio Emilia. È arrivato lì dopo essere stato estradato dalla Francia, dove è stato fermato il 28 maggio mentre tentava di raggiungere alcuni parenti in Spagna. Il suo avvocato Domenico Noris Bucchi ha spiegato che si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha fatto alcune dichiarazioni spontanee, manifestando di volere “spiegare nei prossimi giorni i propri movimenti, sia in relazione ai giorni di cui si tratta che al suo allontanamento dal territorio nazionale”, dopo un ulteriore confronto con i suoi difensori. “Ha difficoltà a parlare la lingua italiana, non parla l’italiano, quindi ogni incontro deve essere supportato dall’interprete, perciò abbiamo bisogno di un po’ più di tempo”, ha puntualizzato Bucchi.
Lui, insieme a un altro cugino, Nomanulhaq Nomanulhaq, e allo zio Danish Hasnain (ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio premeditato) erano stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza mentre presumibilmente si dirigevano a scavare una fossa, visto che portavano con loro una pala, un sacchetto azzurro, un piede di porco e un altro strumento di lavoro. La scena ha rafforzato l’ipotesi che la ragazza 18enne di origine pachistana scomparsa da Novellara, nel Reggiano, dopo essersi opposta alle nozze forzate, possa essere stata uccisa. I tre uscirono di casa alle 19.15 del 29 aprile e rientrarono alle 21.50. Sono indagati per omicidio insieme ai genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen (che il 1° maggio sono tornati in Pakistan). Ijaz è l’unico che al momento non è latitante.
Proseguono le ricerche nella Bassa Reggiana – L’elettromagnetometro utilizzato nelle campagne di Novellara (Reggio Emilia) per cercare il corpo di Saman Abbas ha segnalato finora oltre una decina di anomalie nel terreno, verificate dai militari impegnati nelle ricerche. In un caso è stata trovata la carcassa di un animale selvatico, secondo quanto riferito. Anche oggi le operazioni proseguono nell’area dell’azienda agricola dove lavorava la famiglia della giovane pachistana scomparsa, con l’impiego di militari del 5/o reggimento mobile Emilia-Romagna. Saranno ribattuti interi settori e si scaverà negli altri punti segnalati. Su richiesta dei carabinieri saranno in campo specialisti dei vigili del fuoco del comando provinciale di Reggio Emilia, che si caleranno in alcuni pozzi di irrigazione ulteriormente individuati nell’area. Questi saranno gradualmente svuotati grazie all’intervento dell’Autorità di bonifica.
Saman insieme al fratello il 29 aprile – Un’immagine di Saman Abbas viva, che cammina insieme al fratello il 29 aprile scorso, il giorno prima della scomparsa: la sequenza, probabilmente di una telecamera di sorveglianza a Novellara (Reggio Emilia), è stata mostrata ieri sera nel corso della puntata, di “Dritto e Rovescio” su Rete 4. Sono le 19.15 – secondo la ricostruzione del programma – e nei pochi fotogrammi si vede la ragazza pachistana senza velo, i capelli raccolti, una gonna lunga colorata, scarpe bianche da ginnastica e una blusa che sembra lasciarle una spalla scoperta. Ha il cellulare in mano e lo guarda. Secondo la trasmissione di Mediaset la giovane stava andando con il fratello – che ha la testa coperta dal cappuccio di una felpa e anch’egli guarda il cellulare – verso il casolare dello zio e dei cugini. Il fratello di Saman, che ha 16anni e attualmente si trova in una comunità protetta, agli inquirenti ha detto che è a ucciderla è stato lo zio, che l’ha strangolata.