Una petizione intitolata “Dèjà Vu” ha già raccolto quasi centomila firme di cittadini provenienti da tutta Europa e prevede una serie di iniziative per chiedere trasparenza sui vaccini nonché sulle decisioni prese a livello europeo. Tra i primi firmatari ci sono professori universitari, dottori, sociologici, economisti, politici e avvocati, ricercatori ed ingegneri.

L’obiettivo è quello di ottenere il carteggio di autorizzazione all’immissione in commercio condizionata (CMA) per i vaccini, nonché i contratti con i produttori (Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Johnson&Johnson) con, all’orizzonte, la possibilità di un’iniziativa europea dei cittadini.

L’iniziativa è stata lanciata ad aprile da un gruppo di avvocati francesi che vedono come capofila Christophe Leguevaques (noto in Francia per altre battaglie a favore della trasparenza, come quella sul farmaco Levothyrox (in Italia Eutirox) del Laboratorio Merck, condannato a versare mille euro ad ogni paziente per aver modificato la composizione del medicinale, senza previa informazione, causando in molti di questi degli effetti indesiderati. Leguevaques ha recentemente inviato una diffida alla Commissione Europea affinché quest’ultima applichi una trasparenza reale per consentire un controllo democratico sul processo decisionale.

Una lettera è stata anche inviata all’Ema (Agenza Europea per i Medicinali), in cui si richiamano i principi di trasparenza sanciti dagli stessi testi normativi (regolamento Ue 1049/2001) e trattati europei per chiedere che vengano resi noti, tra le altre cose:

1. I dati grezzi, studi clinici, statistiche e schema vaccinale per i vaccini Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson;

2. L’identità dei responsabili dell’Ema coinvolti nel rilascio dell’autorizzazione condizionata;

3. Le dichiarazioni di interessi diretti o indiretti tra le persone di cui sopra e i produttori, investitori, finanziari dei vaccini o altri medicinali;

4. La qualità delle sostanze attive e degli eccipienti utilizzati nei diversi vaccini e la loro evoluzione nel tempo, in particolare per verificare se ogni modifica sia stata oggetto di una domanda di Autorizzazione all’Immissione in Commercio.

La petizione fa eco ad iniziative europee di tenore simile, come quella dell’europarlamentare dei verdi Michèle Rivasi che annuncia l’intenzione di ricorrere alla Corte di Giustizia dell’Ue per ottenere trasparenza sui contratti relativi ai vaccini dopo che le interrogazioni parlamentari – sottoscritte da uno schieramento trasversale di europarlamentari che, oltre ai Verdi, va dalla destra dei Conservatori e Riformisti (Ecr) ai socialisti di S&D passando dai centristi liberali di Renew Europe fino ai rappresentanti della Sinistra di GUE/NGL – non hanno portato alla trasparenza auspicata.

Questo il testo della petizione:

NOI, cittadini consapevoli e informati – avendo già assistito a diversi scandali causati da Big Pharma – intendiamo richiamare alcuni semplici e indiscutibili principi, volti a promuovere l’interesse di tutti di fronte al Covid-19.

L’urgenza della lotta al coronavirus non giustifica tutte le deroghe. La necessità di far ripartire l’economia non deve esporre la popolazione a effetti collaterali indeterminati o benefici incerti, che possono essere verificati solo attraverso la trasparenza dei dati.

La tentazione delle autorità di creare un obbligo vaccinale, anche attraverso un passaporto vaccinale, non dovrebbe prevalere sulle libertà pubbliche. La riservatezza – presumibilmente commerciale – e l’opacità delle decisioni prese da autorità lontane sono fonte di domande legittime e controlli necessari.

Di fronte a un incerto rapporto rischi-benefici, non si può offrire ai produttori di vaccini l’assoluta impunità. La trasparenza impone l’accesso diretto ai dati per verificare la validità delle decisioni prese. Chiediamo a gran voce alle autorità europee di fornire spiegazioni

È necessario dare ai cittadini e ai deputati europei l’accesso:

– All’intero carteggio di autorizzazione all’immissione in commercio (condizionale) dei vaccini, depositato in particolare presso l’Agenzia europea per i medicinali (EMA);

– Ai contratti di acquisto di vaccini tra la Commissione Europea e i principali produttori di vaccini;

– Ai privilegi concessi ai produttori che consentono di scaricare la loro responsabilità sulla collettività in caso di prodotti difettosi.

Non siamo delle cavie. Con le nostre famiglie, siamo i primi ad essere coinvolti. Esigiamo che tutti questi elementi siano resi pubblici. In assenza di trasparenza da parte della Commissione europea, ci riserviamo il diritto di intraprendere un’azione legale collettiva al fine di ottenere le informazioni richieste.

Come cittadini firmatari di questa petizione, ci riserviamo anche il diritto di intraprendere un’azione legale collettiva al fine di essere protetti contro l’obbligatorietà della vaccinazione e in particolare contro l’istituzione di un “passaporto sanitario” che condizionerebbe l’esercizio delle nostre libertà fondamentali alla prova della vaccinazione contro il Covid-19.

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