La decisione della Direzione generale Welfare, gli uffici guidati dall'assessora Letizia Moratti, era stata motivata in una nota ufficiale con il mancato "parere scientifico" degli organi "competenti", cioè ministero e Aifa. Ma nel primo pomeriggio è arrivato il contrordine e l'avviso: "Riorganizzazione nei tempi strettamente necessari"
Prima lo stop, poi il contrordine. Nel giro di poche ore, la Regione Lombardia ferma e fa ripartire la campagna vaccinale per gli under 60 che hanno ricevuto la prima dose di Astrazeneca ed erano in attesa di ricevere il richiamo con il farmaco anglo-svedese, ora destinato dal ministero della Salute alle sole persone che hanno più di 60 anni. La decisione della Direzione generale Welfare, gli uffici guidati dall’assessora Letizia Moratti, era stata motivata in una nota ufficiale con il mancato “parere scientifico” degli organi “competenti”, cioè ministero e Aifa.
Ma nel primo pomeriggio è arrivata la marcia indietro: circolare ministeriale e parere sono giunti al Pirellone e quindi non ci sarà alcuno stop. Non vengono però esclusi disagi, ammettendo una possibile difficoltà nella riorganizzazione del programma vaccinale, che “avverrà negli stretti tempi necessari sulla base delle dosi di vaccino disponibili”. Tutti gli under 60 che hanno ricevuto Astrazeneca come prima dose riceveranno come richiamo Pfizer o Moderna, i due vaccini a mRna.
La Regione Lombardia – mentre Lazio e Toscana avevano già detto sì al mix di vaccini – aveva deciso di bloccare tutti i richiami degli under 60 che avevano ricevuto la prima dose di Astrazeneca, motivando il no alla seconda dose ‘eterologa’ con la necessità di “tutelare quanto più possibile” la salute dei cittadini e “garantire i loro diritti” in attesa di una “nota ufficiale” di Aifa e ministero della Salute.
Il ministero, in realtà, aveva già inviato la circolare che ufficializza la possibilità di somministrare la seconda dose ‘eterologa’. A firmare la nota ministeriale è stato il direttore della Prevenzione del ministero Gianni Rezza e per gli under 60 prevede che “il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRNA (Comirnaty o Moderna), da somministrare ad una distanza di 8-12 settimane dalla prima dose”. Una nota che adesso il Pirellone riconosce come sufficiente: “Alla luce della circolare del ministero della Salute e del collegato parere Aifa, Regione Lombardia provvederà, per la somministrazione della seconda dose di vaccino ai cittadini under 60 vaccinati con AstraZeneca in prima dose, alla vaccinazione eterologa, ossia con vaccino Pfizer o Moderna”, è la versione definitiva della Regione.
Stando ai dati ottenuti dal Corriere della Sera, in Lombardia ci sono 186.957 persone vaccinate solo con prima dose di AstraZeneca. Circa la metà (94.075) hanno la data del richiamo fissata da luglio in poi, mentre altre 92.882 dovrebbero ricevere la seconda dose nei prossimi 18 giorni. La Regione dovrà quindi riorganizzare la propria campagna vaccinale per sopperire al cambio in corsa deciso dagli scienziati in virtù dei casi di trombocitopenia verificatesi negli under 60 e forse legati alla somministrazione del composto anglo-svedese.