Come ha spiegato il candidato, capogruppo di Fi alla Camera, l'incontro a Vibo Valentia era finalizzato all’avvio di un dialogo con i cittadini calabresi e non c'era l'intento di anticipare un annuncio che spetta ai segretari nazionali dei partiti che compongono la coalizione
Roberto Occhiuto è il candidato alla presidenza della Regione Calabria per il centrodestra. Incontrando i suoi sostenitori a Vibo Valentia, lo stesso Occhiuto ha annunciato la sua candidatura. “Parto da Vibo – ha detto il capogruppo di Forza Italia alla Camera – perché col coordinatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori abbiamo fatto un lavoro straordinario in questi mesi. Abbiamo lavorato a un progetto che in questi mesi realizzeremo in favore dei calabresi. Anche gli alleati saranno a disposizione”.
Come confermato dallo stesso deputato berlusconiano, si attende “con fiducia l’ufficializzazione della candidatura alla presidenza” che “dovrà necessariamente arrivare dai leader nazionali del centrodestra”, ha affermato insieme a Mangialavori. Per oggi non era infatti previsto alcun annuncio. L’incontro a Vibo Valentia era finalizzato all’avvio di un dialogo con i cittadini e le forze produttive e sociali calabresi. Come spiega Occhiuto, non c’era l’intento di anticipare un annuncio che spetta esclusivamente ai segretari nazionali dei partiti che compongono la coalizione. Occhiuto ha subito sottolineato la necessità di mettere fine al commissariamento della sanità in Calabria, investendo sulla medicina territoriale per “dare di nuovo i calabresi la possibilità di guidare la loro sanità”.
Il candidato ha poi ricordato i mesi di Jole Santelli, la presidente della Regione Calabria scomparsa nell’ottobre 2020. “I mesi con Jole Santelli presidente sono stati straordinari, un’esperienza vista da fuori come grande riscatto territoriale. La nostra sarà un’esperienza di continuità” ha dichiarato il parlamentare di Forza Italia. Un pensiero non gradito dalle sorelle della presidente deceduta, Paola e Roberta Santelli che tramite il loro legale hanno fatto sapere di non volere che il nome della sorella “venga utilizzato strumentalmente per tornaconto elettorale“, reputando “offensivo” della memoria della sorella “intestarsi arbitrariamente parole di continuità”.