La Guardia di Finanza lo aveva addirittura filmato mentre si trovava in sella a una bicicletta o camminava con il proprio cagnolino per una strada di Este. Per questo un invalido – considerato cieco totale dall’Inps – era stato denunciato per truffa aggravata. L’accusa era quella di essersi finto non vedente per intascare 350mila euro in un arco di una quindicina d’anni. In realtà l’uomo è cieco per davvero e durante il processo che si è tenuto in Tribunale a Rovigo è riuscito a dimostrare l’esistenza della grave menomazione che lo affligge.
Il periodo in cui aveva intascato l’assegno di invalidità e di accompagnamento andava dal 2006 al 2020. L’uomo, che ha 66 anni, si è trovato sul banco degli imputati assieme alla moglie di 63 anni, accusata in concorso nello stesso reato. È comparso di fronte al giudice dell’udienza preliminare, Raffaele Belvederi, assistito dall’avvocato Alessandro Osetto ed è stato assolto perché il fatto non sussiste. La vicenda è stata ricostruita, a partire da una denuncia anonima che aveva dato avvio all’inchiesta. Qualcuno lo aveva notato in giro per la cittadina padovana e si era insospettito. I finanzieri avevano avviato una serie di controlli. Lo avevano seguito e fotografato durante il lockdown mentre si trovava con il proprio cane. Non si trattava però di un cane guida per ciechi. La Procura della Repubblica aveva così chiesto e ottenuto dal gup il sequestro dell’equivalente di 350mila euro, proventi della presunta truffa. Così erano stati congelati conti e depositi bancari, oltre a polizze assicurative, auto di proprietà e due immobili.
Le accuse sono cadute dopo l’accertamento compiuto dall’Inps in regime di autotutela. Lo scorso ottobre la commissione medico-legale ha confermato la qualifica di cieco assoluto già riconosciuta all’uomo in precedenza. L’ente previdenziale ha così restituito gli importi erogati in questi anni e versato le cifre riguardanti l’ultimo periodo. Come ha spiegato il difensore, nella categoria dei ciechi assoluti rientrano anche gli ipovedenti gravissimi, che abbiano un campo visivo inferiore al 3 per cento. In questo caso, l’invalido ha un occhio completamente incapace di vedere, mentre l’altro occhio ha una lesione alla retina dell’80 per cento. Secondo la commissione, quindi, può distinguere solo i contorni degli oggetti e può muoversi autonomamente su percorsi che gli siano ben noti, compiendo qualche azione quotidiana come quella di portare a spasso il cane. Dopo la sentenza, il difensore ha ringraziato il direttore dell’Inps di Este e il direttore provinciale: “Entrambi si sono prodigati in prima persona”.