La notizia - anticipata da Dagospia il 10 giugno - è stata ufficializzata lunedì. Minzolini prende il posto di Alessandro Sallusti, passato a dirigere Libero dopo 12 anni in via Negri. Nel suo passato la condanna definitiva a due anni e sei mesi per l'uso ingiustificato della carta di credito Rai
Augusto Minzolini è il nuovo direttore de il Giornale. La notizia – anticipata da Dagospia il 10 giugno – è stata ufficializzata lunedì. Opinionista televisivo nei talk show di La7, già senatore di Forza Italia e direttore del Tg1 dal 2009 al 2011, Minzolini prende il posto di Alessandro Sallusti, passato a dirigere Libero dopo 12 anni. Nel mezzo un breve interim guidato dallo storico inviato di Esteri Livio Caputo, 87 anni, che era malato da tempo e di cui – nelle stesse ore – è giunta la notizia della morte. “Buon lavoro ad Augusto Minzolini, nuovo direttore del Giornale. Acuto cronista politico, professionista preparato, caro amico. A lui i miei migliori auguri per questa nuova ed entusiasmante avventura”, è il tweet di congratulazioni di Renato Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione.
Nato a Roma nel 1958, Minzolini è giornalista professionista dal 1980. Secondo l’enciclopedia Treccani si è “distinto per il suo giornalismo sensazionalistico, indagatore del retroscena politico (che è stato chiamato “minzolinismo”), attirandosi le critiche di molti (soprattutto di chi lo considera politicamente schierato a destra)”. Nel giugno del 2009, durante il quarto governo Berlusconi, diventa direttore del tg della prima rete Rai, restando in carica fino al dicembre 2011, subito dopo l’investitura a premier di Mario Monti. Alle elezioni politiche del 2013 è eletto senatore con Il Popolo della Libertà.
Nel 2015 è stato condannato in via definitiva a due anni e sei mesi per peculato continuato per aver utilizzato in maniera impropria la carta di credito fornitagli dalla Rai durante la direzione del Tg1, sostenendo spese di vitto non giustificate per un importo di 65mila euro in un anno e mezzo. Nel luglio del 2016, in base alla legge Severino, la Giunta per le immunità del Senato lo dichiarò decaduto dalla carica parlamentare perché condannato con sentenza passata in giudicato. Il 17 marzo 2017 l’Aula votò invece contro la decadenza riconoscendo l’esistenza di fumus persecutionis, ma Minzolini si dimise il 28 marzo successivo.