La tecnologia delle batteria agli ioni di litio non accenna a cedere il passo e, per realizzare smartphone sempre più belli, sottili e pronti all’uso, si è dovuto aggiungere lo step della ricarica rapida.

Ormai la utilizzano tutti i brand, alcuni danno la possibilità di disattivarla e altri no. Ma la domanda che si fanno in molti è: la ricarica rapida, qualsiasi essa sia, rovina a lungo andare le batterie istallate nei nostri smartphone?

In un intervento Q&A al quale ha partecipato Xiaomi, l’azienda va a riprendere quanto pubblicato il mese scorso, dove in un documento annunciava l’ennesimo record raggiunto legato alla tecnologia a ricarica rapida a 200 W. La società cinese ha dimostrato infatti che, grazie alla sua tecnologia HyperCharge, una batteria da 4000 mAh può essere ricaricata completamente in 8 minuti.

Con questo metodo di ricarica, i test hanno dimostrato che una batteria standard perderebbe il 20% della sua capacità dopo circa 800 cicli di carica e scarica. Per fare un esempio, se una batteria nasce con 5000 mAh funzionerà come una da 4000 mAh dopo due anni di utilizzo continuo con la ricarica rapida a 200 W.

Anche OPPO si era pronunciata sulla questione, riportando dei dati in linea con quelli espressi dall’azienda cinese concorrente. Per correttezza va detto che i test sulle batteria OPPO hanno dimostrato di perdere il 20% circa della loro capacità in due anni, utilizzando una ricarica rapida da 125 W.

Insomma, la risposta alla domanda se queste tecnologie a ricarica rapida stressano le batteria è si, ma vista la media con la quale si sostituisce uno smartphone (i dati più recenti indicano 33 mesi) il problema scalfisce appenala superficie. Inoltre per l’esecuzione di questi test le aziende come Xiaomi e OPPO si rifanno alla normativa cinese che prevede che le batterie debbano mantenere almeno il 60% della loro capacità dopo circa 400 cicli, ergo, normativa pienamente rispettata.

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