Il giudizio “molto negativo” sull’amministrazione di Roma da parte di Virginia Raggi, il nuovo endorsement per Roberto Gualtieri all’inizio della settimana che porterà alle primarie per il candidato sindaco nella Capitale e nessuna preoccupazione per gli appena 11mila votanti ai gazebo allestiti a Torino che hanno incoronato Stefano Lo Russo come sfidante del centrodestra. Eppure, nonostante la difficoltà di fare sintesi nei territori, la rotta resta la stessa: sfidare l’asse Salvini-Meloni con un centrosinistra “forte” e un “rapporto” con Giuseppe Conte e il M5s.

Il giorno dopo il bis di Raggi prospettato da Conte (“Ha fatto molto bene, c’è un progetto che va complicato”) che ha detto di confidare nell’appoggio del Pd, Enrico Letta esprime un parere diametralmente opposto: “Il Partito Democratico dà un giudizio negativo su come è stata amministrata Roma in questi cinque anni, quindi noi ci proponiamo per un cambiamento”, ha sintetizzato il segretario dem. Quindi dall’ex presidente del Consiglio è arrivata una nuova spinta all’ex ministro Gualtieri in vista delle primarie in programma domenica 20 giugno: “È per noi il candidato giusto, perché è stato ministro dell’Economia, è la persona che ha costruito il Pnrr in questi anni, è la persona giusta per applicare queste importantissime novità per Roma, perché Roma in quanto capitale giocherà un ruolo essenziale”, ha detto a Omnibus su La7.

“Credo che Gualtieri sia la persona giusta – ha ribadito – sono molto fiducioso sul fatto che il risultato sarà positivo. Credo che sia giusto e positivo per Roma, perché, ripeto, il nostro giudizio è molto negativo”. Quella nella Capitale (e a Bologna, dove Conte ha detto chiaramente di appoggiare il candidato Pd Matteo Lepore) sarà la seconda chiamata ai gazebo per gli elettori di centrosinistra dopo Torino, dove il capogruppo dem Stefano Lo Russo – tra i principali avversari della sindaca M5s Chiara Appendino – ha vinto con il 37,48% dei voti. Nel capoluogo piemontese sono stati poco più di 11mila le persone che hanno partecipato, un dato più basso delle attese ma che, sostiene Letta, “non mi preoccupa” e rappresenta “una cifra importante”. Si è trattato infatti, spiega, delle “prime attività del post-Covid, naturalmente i numeri sono più ridotti rispetto a prima”. “C’è un atteggiamento in generale di ripartenza lenta – ha detto – Era assolutamente nell’ordine delle cose che la partecipazione fosse molto più ridotta” del passato.

Chi vincerà nei prossimi appuntamenti traccerà anche la rotta delle alleanze locali. Tuttavia a livello nazionale, Letta ribadisce che il dialogo con il M5s resta la strada maestra per sfidare il centrodestra: “Lavoro per un Partito democratico e un centrosinistra forte, con un’identità marcata. Dopo di che nel quadro politico italiano, dato che il 40 per cento degli elettori vota Salvini e Meloni, noi dobbiamo costruire un’alternativa e l’alternativa naturalmente la costruiamo con un rapporto che dobbiamo costruire con Conte e con il Movimento 5 stelle. Questo è molto semplicemente il tema, non ci sono allontanamenti e avvicinamenti, credo che questo sia semplicemente buon senso”.

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