Il commissario straordinario per l'emergenza Francesco Paolo Figliuolo assicura che il nuovo parere delle autorità scientifica non comporterà un rallentamento della campagna ed entro fine settembre l'Italia avrà a disposizione un numero sufficiente di dosi affinché la campagna sia "fattibile". Ma sottolinea: "Pericolo sempre dietro l'angolo, una riserva non guasta. Abbiamo bilanciato con 11 Regioni per evitare disagi ai cittadini"
Nonostante la necessità di fornire un vaccino a mRNA a tutti gli under 60 e una seconda dose dello stesso tipo anche ai giovani che hanno ricevuto Astrazeneca come prima somministrazione, il piano vaccinale “a oggi è e resta sostenibile”. Il commissario straordinario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo assicura che il nuovo parere delle autorità scientifiche non comporterà un rallentamento della campagna ed entro fine settembre l’Italia avrà a disposizione un numero sufficiente di dosi per “coprire l’80 per cento della platea di vaccinabili”.
Nel piano diffuso da Figliuolo a fine aprile, il raggiungimento dell’immunità di gregge all’80% – “calcolata su tutta la popolazione (anche under 16)” – è previsto per fine settembre. Entro quella data, quindi, devono essere vaccinate con due dosi 47,4 milioni di persone. Al momento (dati al 14 giugno, ndr) in Italia sono state completamente immunizzate 14 milioni di persone. Altri 26 milioni di cittadini devono ancora avere la prima dose. Inoltre, le fiale in arrivo serviranno a effettuare il richiamo a quasi 14 milioni di persone, compresi quei 900mila che hanno avuto la prima dose Astrazeneca. In altri termini: per centrare l’obiettivo dell’80% servono circa 52 milioni di dosi, ovvero la quasi totalità di quelle a mRna in arrivo fino a settembre. L’Italia quindi avrà i vaccini contati, come spiegato da Ilfattoquotidiano.it.
Sulla base di questi numeri, il generale ha spiegato che “non c’è ancora una richiesta” di nuove forniture di vaccini “ma stiamo studiando”, quindi ha sottolineato in maniera chiara: “Il piano comunque a oggi è e resta sostenibile”. Definendo “fattibile” il raggiungimento dell’obiettivo nonostante le nuove disposizioni arrivate da Aifa e Cts e sposate dal ministero della Salute sulle raccomandazioni all’uso di Astrazeneca per gli over 60, Figliuolo ha detto: “Mi ero preso margini di manovra d’accordo con il premier Draghi e da qui a fine settembre arriveranno 54,5 milioni di dosi, in grado di coprire l’80% della platea dei vaccinabili”.
Tuttavia – ha aggiunto – visto che “il pericolo è sempre dietro l’angolo” avere “una riserva non guasta”. Insomma: “Qualora dovessero arrivare dosi aggiuntive o anticipate rispetto a quello che ci viene dato nell’ultimo trimestre, ben vengano. Ma se non dovessero arrivare – ha concluso – voglio tranquillizzare gli italiani, siamo in grado di chiudere il piano entro settembre”. Anche attraverso un dialogo con gli enti locali che si sono trovate ad avere bisogno di maggiori fiale di Pfizer e Moderna per i richiami dei giovani: “Stiamo riprogrammando, insieme con le Regioni, dando supporto nelle riprenotazioni e andando a bilanciare con riserve strategiche. Abbiamo bilanciato con 11 Regioni per evitare disagi ai cittadini”, ha spiegato Figliuolo.
Quindi ha rivendicato che “ancora ieri abbiamo fatto 512mila vaccinazioni nonostante le polemiche che ci sono state”, seguite alle disposizioni nella notte tra venerdì e sabato “emanate dall’autorità sanitarie con indicazioni precise e molto tecniche” che hanno portato le Regioni a chiedere dei chiarimenti: “Questo è il momento di restare uniti e stringerci a coorte – ha concluso – Gli italiani non devono farsi frastornare ma continuare vaccinarsi”.