Prosegue l'indagine per omicidio colposo aperta dalla procura di Genova: i pubblici ministeri Francesca Rombolà e Stefano Puppo si sono recati nella cittadina per ascoltare i genitori della giovane e ricostruire insieme la sua storia clinica. Gli investigatori dei Nas si concentrano sul primo ricovero a Lavagna, il 3 giugno scorso: si cerca di capire chi fosse a conoscenza della piastrinopenia autoimmune
Il Comune di Sestri Levante ha proclamato il lutto cittadino mercoledì 16 giugno per i funerali di Camilla Canepa, la studentessa di 18 anni morta giovedì scorso, nove giorni dopo avere ricevuto il vaccino AstraZeneca, al Policlinico San Martino di Genova. Prosegue, nel frattempo, l’indagine per omicidio colposo aperta dalla procura del capoluogo ligure: martedì i pubblici ministeri Francesca Rombolà e Stefano Puppo si sono recati nella cittadina della riviera di Levante per ascoltare i genitori della giovane e ricostruire insieme a loro la sua storia clinica. L’autopsia eseguita martedì dall’anatomopatologo Luca Tajana e dall’ematologo Franco Piovella si è limitata a confermare il decesso per emorragia cerebrale, senza fornire indicazioni sui fattori scatenanti. I consulenti procederanno quindi con gli esami istologici: tra i quesiti posti dai magistrati c’è quello di chiarire se Camilla soffrisse di una qualche malattia autoimmune. I funerali della 18enne si terranno mercoledì pomeriggio, alle ore 16, nella chiesa di Sant’Antonio di Sestri Levante. La famiglia fa sapere di augurarsi che la cerimonia funebre possa essere un momento privato, senza la partecipazione di inviati di tv e giornali.
A quanto risulta, la ragazza non avrebbe indicato sulla scheda anamnestica pre-vaccinale di soffrire di piastrinopenia autoimmune, sindrome che invece era riportata nella scheda di un primo ricovero per cefalea e fotofobia avvenuto il 3 giugno scorso all’ospedale di Lavagna e durato 24 ore. Camilla potrebbe, però, aver riferito ai medici che in famiglia qualcuno aveva sofferto in passato di quel problema. Ed è per questo che i Carabinieri dei Nuclei anti-sofisticazione (Nas), coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Pinto, sentiranno tutti i sanitari che hanno avuto a che fare con la studentessa, da quelli dell’hub vaccinale di Sestri Levante fino a quelli del San Martino di Genova dov’è morta nonostante due interventi chirurgici. Saranno ascoltati anche il suo medico di famiglia e il ginecologo che, un paio di giorni dopo il vaccino, le aveva prescritto i farmaci Progynova e Dufaston per un problema di cisti ovariche.
Le attenzioni dei Nas si concentrano però soprattutto sul primo ricovero, quello del 3 giugno. Camilla era arrivata accusando forte mal di testa e sensibilità alla luce, oltre alla carenza di piastrine. Ma le venne fatta soltanto una tac senza contrasto e venne dimessa appena il giorno dopo. La notte di sabato 5 la situazione peggiora e la ragazza torna al pronto soccorso di Lavagna, da dove però è subito dirottata al San Martino. La famiglia ha sempre riferito che Camilla stava bene e oggi ha depositato al fascicolo alcune analisi del sangue del 2014. “Abbiamo piena fiducia nella procura e nei consulenti nominati. Il nostro consulente li affiancherà solo per fornire un contributo all’accertamento dei fatti”, ha spiegato il legale dei genitori, l’avvocato genovese Angelo Paone.