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Lavoratori di un fast food arrestati perché non danno hamburger gratis ai poliziotti

"Volevano che glieli regalassimo, ormai per loro è diventata una pratica comune.. hanno minacciato i nostri dirigenti": il racconto dei dipendenti del fast food Johnny & Jugnu. Ecco cos'è accaduto e che fine hanno fatto gli agenti coinvolti

di F. Q.

Tutti e 19 i dipendenti del fast food Johnny & Jugnu sono stati arrestati dopo essersi rifiutati di offrire hamburger gratis a un gruppo di poliziotti. Siamo a Lahore, in Pakistan, nella notte tra sabato 12 giugno e domenica 13 giugno. La notizia, riportata dalla BBC, ha innalzato un coro di indignazione, anche perché “non è la prima volta che accade una cosa del genere e non sarà l’ultima. Non finché noi stessi non alziamo la voce, non lottiamo contro l’ingiustizia che prevale, contro l’abuso di potere contro un uomo comune”, si legge in una nota della catena.

“Volevano che glieli regalassimo, ormai per loro è diventata una pratica comune.. hanno minacciato i nostri dirigenti e sono andati via per poi tornare il giorno successivo. Hanno molestato e fatto ulteriormente pressione sul nostro team, con argomenti infondati”, continua la dichiarazione. Un comunicato dell’11 giugno riportava: “Alcuni agenti di polizia sono venuti nel nostro punto vendita e hanno preso in custodia il nostro manager, senza fornire alcuna motivazione. Poi hanno fatto uscire tutto il nostro personale di cucina, compreso il resto dei gestori”. E per concludere: “Non ci hanno neanche permesso di chiudere la cucina, lasciando le friggitrici ancora in funzione e i clienti in attesa degli ordini”.

L’alto funzionario della polizia provinciale, Inam Ghani, ha annunciato su Twitter le sospensioni dei nove agenti: “A nessuno è permesso di farsi giustizia da solo. Non tolleriamo questi atteggiamenti. Tutti saranno puniti”. L’episodio si inserisce in un contesto di convivenza già difficile tra i civili e alcune forze dell’ordine. Non a caso il primo ministro Imran Khan aveva già chiesto una riforma delle forze di polizia della regione del Punjab. La pesante accusa che aveva lanciato era che i politici locali avessero nominato loro “compari” per gestire le stazioni di polizia.

E la catena lancia un appello su Facebook: “Se sei una piccola impresa che ha dovuto affrontare la stessa brutalità, contattaci. Se sei un artista che vuole usare la voce o l’influenza per parlare di questo, contattaci. Se sei solo un individuo che la pensa allo stesso modo, fatti sentire. Non ci fermiamo e vi esortiamo a non farlo nemmeno voi. Cara gente, questo non sarà l’ultimo incontro, ma è da qui che si parte.”

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