“Londra ha una popolazione giovane, perciò è essenziale che il Governo ci fornisca più scorte di Pfizer e Moderna per somministrare le prime dosi mentre andiamo avanti con le seconde. Questo rush finale ci aiuterà a tornare a fare ciò che facevamo prima e far ripartire l’economia“. Il sindaco laburista Sadiq Khan, insieme alle autorità sanitarie londinesi, chiede al Governo conservatore di Downing Street di concedere 367mila dosi extra di vaccini a mRna alla capitale. Lo scopo è recuperare il ritardo nelle somministrazioni tra i più giovani (su cui è sconsigliato l’uso di AstraZeneca) e fermare l’espansione della variante Delta (il nuovo nome dell'”indiana”) che ormai è al 90% di prevalenza nel Paese e mette a rischio il calendario delle riaperture. Anche a causa dell’età media più bassa (35,6 anni contro 40,3), infatti, i londinesi sono meno vaccinati del resto dei britannici: 68,6 contro 79,2 per cento la copertura con prima dose, 43,4 contro 56,9 il ciclo completo.
Per raggiungere l’obiettivo governativo di immunizzare i due terzi dei cittadini entro fine luglio, Londra avrà bisogno, nelle prossime cinque settimane, di 3,6 milioni di dosi in più rispetto a quelle già a disposizione. Lunedì lo stesso premier Boris Johnson ha detto all’Evening Standard di essere preoccupato dai bassi numeri della capitale. E ad appoggiare l’appello di Khan si schierano anche il capitolo londinese del Nhs (National Health Service, il servizio sanitario nazionale) e l’agenzia esecutiva del ministero della Salute Public Health England. Una fonte sanitaria ha riferito, sempre allo Standard, che la politica adottata negli ultimi giorni è di non mandare via i giovani che si presentano agli hub vaccinali, anche se non rientrano nelle categorie ufficialmente coinvolte nella campagna. “Stiamo cercando di rendere le vaccinazioni sempre più agevoli per i londinesi, estendendo gli orari d’apertura e offrendo più scelta su dove vaccinarsi”, ha fatto sapere il direttore del Nhs London Vin Diwakar.