Pipistrelli vivi in gabbia all’interno del laboratorio di virologia di Wuhan. Lo sccop di SkyNews Australia, entrata in possesso di un filmato inedito all’interno della struttura dalla quale, ipotizzano alcuni, potrebbe essere sfuggito il virus che ha dato il via alla pandemia mondiale, ha scatenato di nuovo il dibattito sull’origine del virus. L’ipotesi della fuga dal laboratorio era diventata un tabù nei mesi in cui i funzionari dell’Organizzazione mondiale della sanità stavano svolgendo le proprie indagini nel Paese, tanto che gli stessi vertici dell’Oms le avevano definite “cospirazioniste”. Ma la nuova rivelazione solleva nuovi interrogativi ai quali le autorità sanitarie mondiali dovranno dare risposta per riuscire a ricostruire gli step che hanno portato il Covid-19 a diventare un virus trasmissibile anche tra gli esseri umani. Intanto, Shi Zhengli, la scienziata cinese nota come Bat Woman per gli oltre 15mila campioni di virus raccolti dai pipistrelli, in una serie di risposte date via email al New York Times ha di nuovo negato ogni possibilità che il coronavirus possa essere stato trasmesso da animale a uomo all’interno del laboratorio della città cinese.

SkyNews precisa che le immagini in loro possesso sono estratte dal video ufficiale dell’Accademia cinese delle scienze, in cui si vedono addetti che nutrono i pipistrelli, girato in occasione del lancio del laboratorio di biosicurezza nel maggio del 2017. Il filmato di 10 minuti, intitolato Il team di costruzione e ricerca del laboratorio P4 dell’Istituto di virologia di Wuhan, Accademia cinese delle scienze, celebra il completamento della struttura e presenta interviste con i suoi principali scienziati del laboratorio di livello 4, il più alto in termini di sicurezza mai realizzato in Cina grazie al sostegno della Francia. Si parla di precauzioni “di massima sicurezza” in atto in caso di “incidente” e degli “intensi scontri” con il governo di Parigi durante la sua costruzione.

Le immagini diffuse dal media australiano contrastano con le conclusioni delle ispezioni effettuate dalla missione Oms che in tanti hanno definito parziale a causa della scarsa disponibilità delle autorità di Pechino a fornire informazioni, materiali e a garantire agli esperti l’accesso alle strutture: nel report stilato al loro ritorno, gli scienziati non parlavano infatti della presenza di pipistrelli all’interno dei locali del laboratorio, mentre negli allegati si trova la menzione riguardo alla possibilità di ospitare gli animali. “La stanza nella struttura P4 può gestire una varietà di specie, incluso il lavoro sui primati con SARS-CoV-2”, si legge.

Lo zoologo Peter Daszak, che ha fatto parte della missione, ha affermato che suggerire che i pipistrelli fossero allevati all’Istituto di Virologia non era altro che una semplice cospirazione. In un tweet di dicembre 2020 scrisse che “nessun pipistrello è stato inviato al laboratorio di Wuhan per l’analisi genetica dei virus raccolti sul campo. Raccogliamo campioni di pipistrelli, li inviamo al laboratorio. Rilasciamo i pipistrelli dove li catturiamo“. Questo mese, però, Daszak è sembrato ritrattare, ammettendo che l’Istituto potrebbe aver ospitato pipistrelli e di non averlo mai chiesto, ed è stato aspramente criticato per gli stretti rapporti con Shi Zhengli.

Proprio la scienziata ha risposto all’ultima rivelazione di SkyNews dalle colonne del Times: “Come posso offrire prove su qualcosa di cui non ci sono prove? – ha detto riferendosi alla presenza di pipistrelli nell’Istituto – Non so come sia arrivato il mondo a questo, versando costantemente fango su uno scienziato innocente”, ha aggiunto.

A indagare sul ruolo svolto nella vicenda dal laboratorio di Wuhan, per volere del neopresidente Joe Biden, sono da maggio anche le agenzie di intelligence Usa, con la prima relazione che sarà pronta in 90 giorni dall’inizio delle verifiche. Di recente, la teoria della fuga dal laboratorio ha riguadagnato terreno dopo i report secondo cui tre ricercatori dell’Istituto si sarebbero ammalati nel 2019 dopo aver visitato una grotta di pipistrelli nella provincia dello Yunnan. Secondo il New York Times, inoltre, nel 2017 Shi e i suoi colleghi del laboratorio pubblicarono una ricerca su un esperimento in cui avevano creato “nuovi coronavirus ibridi di pipistrello, mescolando e abbinando parti di quelli esistenti, incluso almeno uno che era quasi trasmissibile agli esseri umani, al fine di studiare la loro capacità di infettare e replicarsi nelle cellule umane”. Al quotidiano americano, la scienziata ha specificato che i suoi esperimenti non volevano rendere un virus più pericoloso, ma puntavano a capire come il virus potesse passare da una specie all’altra. “Il mio laboratorio non ha mai condotto o collaborato alla conduzione di esperimenti che aumentano la virulenza dei virus”, ha assicurato.

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