Non solo Ilva. C’è un’Italia che combatte contro i veleni e le morti per inquinamento ambientale, dove si rinnova ogni giorno il dilemma di dover scegliere tra salute e lavoro. E al fianco dei cittadini, a volte, ci sono anche preti combattivi che denunciano l’inquinamento delle fabbriche, del petrolchimico, dei termovalorizzatori, dell’amianto e dei pesticidi. Mario Lancisi, giornalista e scrittore, per trent’anni inviato del Tirreno, li ha incontrati, ascoltando le loro ragioni “in nome della natura da salvare e del Creato da custodire come istanza civile”, prima ancora che religiosa, culturale e politica, come scrive. Il giornalista ha raccontato il suo viaggio nel libro Preti verdi. L’Italia dei veleni e i sacerdoti-simbolo della battaglia ambientalista (Edizioni Terrasanta, 192 pagg., 15,10 euro). I religiosi incontrati da Lancisi, come lui stesso spiega, sono “semplici ma di grande statura: caparbi nella denuncia e miti nello stile attenti alle persone e tuttavia capaci di tenere testa ai potenti di turno; soprattutto ispirati dalla Laudato si’, la grande enciclica di papa Francesco, che nel 2015 ha aperto la nuova stagione della ecologia integrale“. Sullo sfondo del suo viaggio c’è la pandemia e l’irrisolta domanda in merito al nesso causa-effetto tra inquinamento e Coronavirus.

Preti verdi sarà presentato giovedì 17 giugno, alle 18, al Festival della Resilienza a Milano, in Piazza Sant’Angelo 2: l’ingresso è gratuito e consentito a un numero limitato di persone per rispettare le normative Covid: a questo link ci si può registrare. Nell’incontro moderato dal giornalista de ilfattoquotidiano.it Diego Pretini, interverranno oltre all’autore anche due dei preti verdi di cui Lancisi racconta nel libro: don Albino Bizzotto, fondatore del movimento “Beati i Costruttori di Pace”, e don Gabriele Scalmana, incaricato per la pastorale del creato nella diocesi di Brescia.

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