Dall'emissione di bond entro l'anno saranno raccolti 100 miliardi. La presidente della Commissione dovrebbe consegnare al governo il giudizio sul Pnrr italiano mercoledì 23 giugno
La Commissione europea ha emesso oggi sul mercato il suo primo bond di debito comune del piano Next Generation EU. Il titolo a dieci anni ha raccolto 20 miliardi di euro e la richiesta ha superato di sette volte l’offerta. Entro l’anno saranno raccolti 100 miliardi. Lo ha annunciato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen che sarà a Roma il 22 giugno con le valutazioni sul Piano di ripresa e resilienza italiano. La data è ancora da confermare, fanno sapere fonti dell’esecutivo europeo. La tappa rientra nel tour delle capitali europee che von der Leyen ha deciso di intraprendere per consegnare i rilievi di Bruxelles sui piani nazionali e dare poi il via libera all’erogazione dei primi fondi a luglio. “Dopo un dialogo molto intenso con i governi nazionali, abbiamo completato la nostra valutazione come Commissione europea di diversi piani nazionali di ripresa e resilienza, e da domani mi recherò negli Stati interessati per comunicarlo” ha dichiarato. Il tour inizierà mercoledì 16 con le prime tappe in Spagna e Portogallo, poi il 17 sarà la volta di Grecia e Danimarca e il 18 del Lussemburgo.
La Ue valuta i piani nazionali in base alla griglia inserita nel regolamento sul “dispositivo per la ripresa e la resilienza”. I criteri sono 11, per ognuno dei quali viene assegnato un certo “rating” espresso in voti: A, B o C. Per passare il test occorre aggiudicarsi otto A tra cui quattro per i criteri che riguardano la capacità del piano di affrontare in modo efficace le sfide individuate nelle Raccomandazioni specifiche per Paese e di contribuire “all’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali anche tramite politiche per l’infanzia e la gioventù”, “alla transizione verde, compresa la biodiversità” (a questo va dedicato almeno il 37% delle risorse) e “alla transizione digitale” (20% delle risorse). La A sarà assegnata solo se il Piano concorre “in ampia misura” a questi obiettivi. Non è consentita nessuna C, voto che indica una capacità “ridotta” di raggiungere lo scopo: insomma, basta prendere un’insufficienza per vedersi negare i fondi.