La Serie B su Dazn. Ma anche su Sky. E persino su Helbiz, il nuovo canale dei monopattini. Insomma, la Serie B praticamente ovunque. È la grande novità del mercato televisivo del pallone italiano, con cui il campionato cadetto guadagnerà il doppio, passando da 24 a 48 milioni di euro a stagione. La prima è stata Sky, che dopo la batosta della perdita della Serie A si è subito consolata facendo man bassa di tutti i diritti rimasti liberi. Poi è arrivata Helbiz, la società del discusso re dei monopattini Palella, che ha deciso di buttarsi sullo sport, aprendo un ramo “Media” col progetto Helbiz Live affidato all’ex Sky Matteo Mammì e all’advisor Emanuele Floridi, partendo proprio dalla Serie B.

Infine Dazn, che in extremis ha deciso di confermare il campionato trasmesso negli ultimi tre anni. Tutto questo grazie al bando preparato dalla Lega, per certi versi rivoluzionario: nessuna esclusiva, due pacchetti per satellite o streaming aperti a tutti, e costo variabile in base al numero di operatori che se li aggiudicano. Così Sky (che è da sola su satellite e digitale terrestre) pagherà 16 milioni l’anno, sul web dove sono in tre (sempre Sky, Helbiz e Dazn) 10 milioni a testa. Il totale va oltre ogni più rosea aspettativa: è vero che si partiva da una base piuttosto bassa, però raddoppiare i ricavi, in una fase in cui dopo la crisi Covid tutti i top campionati d’Europa faticano a confermare le cifre dello scorso triennio o addirittura perdono, è un trionfo.

“È il premio per una Lega stabile, credibile. Un campionato di qualità su cui gli operatori vogliono investire”, spiega a ilfattoquotidiano.it il presidente Mauro Balata. Sul valore del torneo parlerà il campo. Di certo, anche l’anno prossimo tante grandi piazze saranno ancora in Serie C, da Bari a Palermo, passando per Messina, Catania, Trieste, Modena, Reggio-Emilia, e questo non fa che aumentare la portata del risultato dell’asta. Frutto di un approccio diverso da quello utilizzato fin qui dal calcio italiano. Esattamente l’opposto, ad esempio, di quanto fatto negli ultimi anni dalla Serie A, che ha puntato su un’esclusiva sempre più spinta, prima costringendo l’abbonato all’odiato doppio abbonamento negli ultimi tre anni, e ora spodestando Sky a favore della coppia Dazn-Tim. La Lega B invece che sull’esclusiva ha puntato sulla diffusione massima del prodotto. “La scelta non è casuale: avevamo fatto delle indagini di mercato che ci dicevano sarebbe convenuto. Certo, neanche noi ci aspettavamo questi numeri”, commenta Balata.

Insomma, la Serie B si propone come un campionato per tutti gli operatori. E per tutte le tasche, visto che ovviamente ci saranno prezzi differenti: Helbiz dovrebbe includere le partite nel suo abbonamento Unlimited, Sky rimpolpa il pacchetto Calcio, Dazn diventa sempre più la casa del pallone italiano. Il suo esempio potrebbe essere una lezione anche per la Serie A. Certo, anche la Lega calcio e l’ad Luigi De Siervo quest’anno hanno centrato un grande risultato, sfondando quota 900 milioni (grazie al provvidenziale ingresso di Tim sul mercato). E non c’è la controprova che l’approccio inclusivo avrebbe funzionato anche per la massima serie, dove ballano cifre molto più importanti. Di sicuro si tratta di un esperimento interessante: offrire il campionato a tutti gli operatori, a ciascuno la giusta formula per il proprio mezzo e la propria strategia commerciale. Senza più guerre fra bande o la necessità di trovare un unico grande player disposto a svenarsi per il pallone, ma andando a raccogliere offerte più piccole da più parti. E poi lasciare scegliere i tifosi dove vederlo, se su Internet o satellite, con il massimo della qualità o la tariffa più vantaggiosa. Un po’ quello che si riproponeva di fare il famoso canale della Lega, mai decollato. Una nuova prospettiva per il calcio in tv, che farebbe sicuramente più felici i tifosi. E magari persino le società.

Twitter: @lVendemiale

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