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Germania, apre la prima scuola per formare gli Imam in tedesco: così Berlino contrasta i predicatori “istruiti” da Ankara a Paesi Arabi

Finanziato dallo Stato e dal Land della Bassa Sassonia, l'Islam Kolleg Deutschland si contrappone soprattutto agli istituti di formazione della potente associazione Ditib in Germania, che è l’organizzazione all’estero dell’Ufficio di religione della Turchia. E vuole limitare l'influenza degli Imam che provengono dall'estero

Ha aperto i battenti ad Osnabrück il primo Islam Kolleg Deutschland (Ikd) finanziato dallo Stato tedesco e dal Land della Bassa Sassonia. Si tratta della prima scuola superiore per formare direttamente in Germania degli Imam, o specializzare religiosi musulmani da impiegare nelle carceri o nei servizi sociali.

Sorge a poca distanza dell’istituto universitario di teologia islamica che festeggia i cinque anni di esistenza mentre nell’ateneo si insegna la religione musulmana già da dieci; ma solo l’Ikd allarga però ora il campo di istruzione a livello universitario e post-universitario nella formazione specifica di Imam, che potranno trovare impiego quotidiano nelle moschee. Il collegio di Osnabrück gode della collaborazione di cinque tra le associazioni che raggruppano i musulmani in Germania, tra cui spiccano soprattutto il Zentralrat der Muslime, l’associazione musulmana bosniaca, e l’associazione dei Musulmani in Bassa Sassonia, singole comunità e teologi, che riuniti in una commissione hanno varato ed aggiorneranno via via il piano di insegnamento. Dopo dieci anni di discussioni si giunge con l’Ikd a formare Imam in tedesco, riconosciuti da tutte le associazioni, ed indipendenti. Requisito di ammissione è il completamento di un corso di studi universitario di teologia islamica.

Pur avendo alla presidenza del Consiglio di Amministrazione l’ex Presidente della Repubblica Christian Wulff, l’Ikd è formalmente indipendente dallo Stato, che non ha diritto di alcun intervento diretto interno, ma si è impegnato comunque a finanziare la struttura, insieme al Land Bassa Sassonia, con circa 5,5 milioni di euro per il primo quinquennio. Con l’apertura dell’Islam Kolleg la Germania intende ad un tempo dare un segnale di uguaglianza e riconoscimento ai propri cittadini mussulmani e dall’altro erodere l’influsso di predicatori inviati da altri Paesi. Gli Imam in servizio nelle circa 2500 comunità mussulmane attive in Germania sono infatti a tutt’oggi per lo più inviati da Turchia, Egitto o Stati medio-orientali.

Il nuovo Islam Kolleg si contrappone soprattutto alle scuole di formazione della potente associazione Ditib in Germania, che è l’organizzazione all’estero dell’Ufficio di religione della Turchia e dunque dipende direttamente dal governo di Ankara ed è fortemente discussa per l’appoggio alle correnti religiose più conservatrici. Tradizionalmente aiuta Erdogan nel raggiungere l’elettorato turco in Germania. Molti giovani tedeschi con origini turche vedono positivamente la formazione nel loro Paese di Imam educati in lingua tedesca, ha dichiarato l’ex Presidente Wulff alla emittente tedesca Ard, ed aspirano di affrancarsi dall’invadenza che il governo turco esercita attraverso Ditib. L’offerta formativa della Ditib Akademie, bilingue in tedesco e turco, resta peraltro compresente in Germania. Solo il tempo potrà permettere di giudicare quanto le figure formate nell’Ikd potranno essere bene accolte nelle comunità mussulmane. Per il direttore Bülent Uçar lo Stato tedesco dovrà peraltro impegnarsi anche a finanziare l’assunzione degli Imam che usciranno dal suo istituto se vuole assicurarsi che questi possano poi effettivamente trovare sempre più accoglienza nelle Comunità religiose al posto dei predicatori di DItib.

Il Collegio aspira a formare una trentina di nuovi religiosi ogni anno, scelti indipendentemente dall’associazione di appartenenza. Oltre che agli uomini è aperto anche ad una presenza femminile seppure in misura del 20%. Molte donne si impegnano onorificamente nelle Comunità, ma sono poche quelle che dirigono anche la preghiera come Imam. I primi iscritti sono 35: la metà diventeranno nuovi Imam, gli altri invece sono invece impegnati in corsi di specializzazione superiore di un anno e mezzo per assistenti spirituali in ospedali, prigioni ed ospizi. Punto di forza ad attirare gli iscritti che la nuova struttura fornisce un’istruzione variegata sia toccando aspetti del lavoro sociale e pedagogico, che quelli di educatore e predicatore; aspetti compresenti nella pratica degli Imam, ma che finora erano affidati all’apprendimento sul campo.

Se l’Ikd si rivelerà col tempo efficace anche nel superare l’assenza di un interlocutore unico per rappresentare collettivamente tutti i musulmani innanzi all’autorità statale, potrebbe a maggior ragione costituire un valido modello integrativo anche per altri Paesi Europei. Negli stessi giorni in cui viene inaugurata la scuola, il Ministero degli Interni tedesco ha celebrato pure la prima riunione del comitato sull’islamismo politico. Un organismo fatto di esperti provenienti dai settori accademici di studi sull’Islam e teologia islamica, diritto pubblico, scienze politiche e sociali, che sono stati incaricati per un anno di analizzare le manifestazioni dell’islamismo politico in una prospettiva scientifica, sviluppando quindi misure preventive e di sicurezza volte a prevenirne il diffondersi nella società. Tra di essi figurano, solo per citarne alcuni la professoressa Naika Foroutan della Humboldt Universität di Berlino, il sociologo austriaco e teologo islamico professore all’Università di Münster ove esiste la prima cattedra di religione islamica istituita in Germania Mouhanad Khorchide e la professoressa ed antropologa sociale Susanne Schröter.

È evidente come l’istruzione dei predicatori nelle moschee sia già un primo passo determinante per combattere le deviazioni più radicali. I nuovi Imam dell’Islam Kolleg, dando corpo ad un islam decisamente slegato dall’influenza diretta di Ankara e dei Paesi Arabi, si potranno rivelare poi anche un fattore utile nel raggiungere una maggiore integrazione dei rifugiati soprattutto se possibilmente predicheranno in tedesco. Molti Imam che vengono invece dall’estero spesso vengono inviati solo per un periodo limitato in Germania e conoscono poco o male la lingua del Paese d’arrivo.