Nella Giornata Mondiale delle Tartarughe Marine l’Enpa, proprio in queste ore impegnata in monitoraggi sulle spiagge del Cilento sulle tracce delle tartarughe Caretta caretta, ricorda come dobbiamo comportarci quando le incontriamo e quali sono le minacce più frequenti alla sopravvivenza di questa specie. L’Ente Nazionale Protezione Animali con il “Progetto Tutela Animali Marini Enpa” è presente con diverse sezioni sul territorio, come si legge in una nota, per assistere e tutelare animali marini come le tartarughe Caretta caretta. In particolare, con le Sezioni di Salerno (costa del Cilento), Lagosanto (Alto Adriatico) e con la Delegazione di Lesina (costa nord del Gargano). Nel 2020 il 74% dei nidi del mediterraneo occidentale è stato segnalato lungo le coste italiane.
“Sono ormai diversi anni – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – che i nostri volontari collaborano con i centri specializzati e con le istituzioni per garantire la sopravvivenza di questa specie particolarmente protetta. Lo scorso anno, nonostante i limiti imposti dal Covid, solo in Cilento il monitoraggio quotidiano dei nostri volontari ha portato all’individuazione e alla messa in sicurezza di 28 nidi che hanno dato vita a oltre 1.300 piccole tartarughe le quali hanno raggiunto il mare in sicurezza”.
E proprio per la giornata mondiale dedicata alle tartarughe marine, in particolare la Caretta caretta più frequente nel Mediterraneo, l’Enpa ha lanciato un vademecum. Se vedete una tartaruga che risale la spiaggia o che torna verso il mare potrebbe essere una femmina adulta che sta cercando un luogo adatto per depositare le sue uova – si legge – È importante non disturbare l’animale per evitare di stressarlo in un momento così delicato, infatti la risalita e la deposizione richiedono un grande dispendio energetico, e se infastidita potrebbe tornare in mare per cercare un’altra spiaggia.
Se doveste incontrare l’animale in queste fasi, o le tracce sulla sabbia lasciate dal suo passaggio, contattate la capitaneria di porto al 1530. Evitate di cancellare le tracce fino all’arrivo dei biologi. Non sostate davanti o ai lati dell’animale. Non illuminatelo, neanche per fare delle foto.