La società Leonardo (ex Finmeccanica) si trova a dover fare i conti con lo sciopero dei dipendenti di alcuni dipartimenti e con le assemblee straordinarie in corso in molte altre sedi. Nelle sedi di Venegono Superiore, Vergiate e Cascina Costa che fanno parte della divisione velivoli e di quella elicotteri, i lavoratori sono in sciopero per il taglio del 45% del premio di risultato. Un’ingiustizia, secondo i lavoratori, dopo gli straordinari svolti per il rispetto delle consegne dell’azienda.

Come riporta Varese News, la notizia è arrivata ai dipendenti durante le assemblee di presentazione del contratto integrativo dove erano presenti i rappresentanti nazionali dei sindacati metalmeccanici che hanno tentato di spiegare le ragioni di tale decisione. La comunicazione, insieme alla necessità di fare turni straordinari per rispettare le consegne di agosto, ha innescato la reazione dando il via agli scioperi.

Dopo l’assorbimento all’interno di Leonardo dei diversi dipartimenti di produzione che funzionavano come entità con ragione sociale separate, l’azienda ha applicato una visione one-company che concepisce la società come unico organismo. Un approccio che secondo i dipendenti è spesso rimasto solo sulla carta. In quest’ottica il premio di risultato che spetterebbe ai dipendenti con la retribuzione di luglio, viene calcolato sulla base di due parametri: per il 55% dalla produttività del singolo stabilimento e per il 45% dipendente dall’andamento complessivo dell’azienda.

Un controsenso – per i lavoratori – che nonostante gli straordinari non sarebbero eleggibili del premio a causa dell’impatto della pandemia sui conti dell’azienda. Il criterio di produttività del singolo sito sarebbe, infatti, stato soddisfatto dal dipartimento di Venegono, ma gli indicatori economici finanziari complessivi dell’azienda impedirebbero l’erogazione di tale premio. La rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) che comprende Fiom, Fim Cisl dei laghi e Uilm ha chiesto a dipartimento risorse umane di verificare i dati che hanno condotto alla decisione di decurtare il premio del 45%. Secondo l’ultimo bilancio, infatti, l’azienda partecipata dal ministero dell’Economia per circa il 30% si è mantenuta “sostanzialmente in linea” con i numeri pre-pandemia (oltre 13 miliardi di ricavi e ordini poco sotto ai 14 miliardi).

I sindacati sono ora a lavoro per la revisione del contratto integrativo – in cui sono contenute le regole per il calcolo del premio – allo scadere dell’attuale, in vigore ancora per un anno. Secondo il coordinatore della rsu Fiom di Venegono, Savino Tesoro, i lavoratori hanno vissuto la situazione “come una beffa”. La ragione della reazione sta nel fatto che in pieno lockdown i dipendenti “hanno dato una disponibilità importante per mantenere gli impegni e le commesse prese dalla società”. “Centinaia di loro hanno fatto straordinari il sabato e la domenica – ha spiegato a Varese News – e ora gli viene detto che quel premio non gli spetta integralmente”. Lo sciopero avrà dunque un impatto sulle tempistiche delle consegne di Leonardo. E i lavoratori questo lo sanno.

L’azienda ricorda che “a luglio di ogni anno si procede alla erogazione degli importi economici, sulla base della consuntivazione dei risultati relativi all’andamento dell’esercizio precedente”. Leonardo sostiene che “il 2020 è stato un anno di straordinaria emergenza legata al Covid-19, nel quale l’azienda, in un percorso di costante dialogo con le organizzazioni sindacali” e rivendica di aver “rinunciato al ricorso ad ammortizzatori sociali, evitato qualsiasi riduzione di reddito in capo ai lavoratori e gestito con iniziative solidali la contrazione temporanea dei carichi di lavoro negli stabilimenti del gruppo più impattati dall’emergenza pandemica”. In questo scenario, aggiunge, “la consuntivazione del premio riflette l’andamento dei risultati economico-finanziari, impattati nel 2020 dagli effetti della pandemia globale, ma fa comunque salva la percentuale di premio legata al raggiungimento degli obiettivi locali”.

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